Accusano FdI di complotto, ma poi ne creano uno: sinistra in difficoltà

C’è un lato oscuro nel caso di Arianna Meloni, la sorella della premier sulla quale, secondo le indiscrezioni del Giornale rese note da Sallusti, sarebbe pronto a piombare l’occhio della magistratura dopo una miriade di notizie fasulle di giornalisti di sinistra sul suo conto, riprese in toto da alcuni politici come fossero verità, con l’accusa di “traffico di influenze”, che persino molti giuristi faticano a configurare come reato. È l’oscurità che si cela dietro ogni caso simile: il mix di giornalisti fantasiosi, politici sciacalli e magistratura divisa in correnti può veramente bastare per interrompere una carriera sulla base di accuse fasulle?

Complotto nel complotto

Ma, in tutta questa storia diventata un continuo puntare il dito contro l’altro – anche se dovrebbe invece richiamare l’attenzione e la preoccupazione di tutti, perché chiunque potrebbe ritrovarsi in una posizione simile se commette qualcosa di “sbagliato” come essere di destra… –, potremmo scovare anche un po’ di comicità, ma che fa anche riflettere, seguendo il ragionamento pirandelliano dell’“avvertimento del contrario”. Ed è presto detto: se, infatti, i politici che si sono sentiti chiamati in causa hanno subito risposto all’editoriale di Sallusti accusando la destra, in poche parole, di avere suggestioni complottistiche e visioni di cospirazione dei fatti, dal canto loro costruiscono, forse senza accorgersene, forse per tutta risposta provocatoriamente, forse soltanto per nascondere una verità ormai chiara, svelata e resa nota al grande pubblico e distogliere dunque l’attenzione su altro, una narrazione complottista diametralmente opposta. Accusano di complotto ma urlano al complotto. E questo complotto sarebbe una grande strategia comunicativa della destra: le sorelle Meloni, Fratelli d’Italia e la destra avrebbero tentato, con l’appoggio del compiacente Sallusti, di mettere in atto un attacco alla democrazia, alla libera informazione dei giornalisti, alla possibilità di politici di riportare notizie in Parlamento, all’operato della magistratura. Ma libera informazione sarebbe creare congetture e insinuazioni? L’operato dei politici sarebbe riportarle in Parlamento come fossero vere? L’azione dei giudici sarebbe partire da queste flebili accuse per arrivare a una condanna?

Il sistema

Nel pomeriggio di ieri, è arrivata la risposta dell’Associazione nazionale magistrati: “Quello in corso – hanno scritto i giudici – è l’ennesimo attacco alla magistratura, volto a delegittimarla adombrando presunti complotti. Un esercizio pericoloso che indebolisce le istituzioni repubblicane e danneggia l’intero Paese”. Ed è un po’ questo il pensiero di tutta la sinistra: se qualcuno ti rivolge accuse false e su queste minaccia di aprire un processo, allora devi tenere tutto per te e far finta di nulla, non denunciando il malvagio sistema che si nasconde dietro, altrimenti viene indebolito lo Stato. Si capisce che è un piano perfetto, tanto da avere la risposta pronta a tutto, perché l’altra accusa mossa alle sorelle Meloni è che l’articolo di Sallusti sarebbe servito a coprire le presunte mancanze dell’esecutivo: Arturo Scotto, del PD, accusa Fratelli d’Italia di mettere “le mani avanti perché – dice – sapete benissimo che la prossima legge di bilancio sarà delicata”.

Insomma, il gioco è questo: un giornalista inventa una notizia su di te, un politico la prende e la usa come arma contro di te in Parlamento, la magistratura è pronta ad agire sulla base di quelle flebili e immaginarie accuse. Ma tu non puoi neppure denunciare che ti ritrovi addosso tutto l’impianto fin qui descritto, che ti accusa pure di complottismo e di voler celare una strategia segreta. Un grande sistema degno delle maggiori dittature del passato.

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1 commento

  1. Chiaramente adesso che il buon Sallusti ha smascherato il fatto i magistrati gridano al complotto contro di loro: ho paura che questo Paese non ce la faccia assolutamente ad uscire dal bieco provincialismo in cui si dimena! Avanti Giorgia, senza paura!

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