Arrestato il boss Errante Parrino, braccio destro e parente di Messina Denaro

Figura chiave del mandamento di Castelvetrano al Nord, è considerato il “punto di raccordo” nell’alleanza delle tre mafie in Lombardia

Lo Stato infligge un altro colpo alla mafia: arrestato il boss Paolo Aurelio Errante Parrino braccio destro e cugino da parte di madre di Matteo Messina Denaro, indagato nella maxi inchiesta “Hydra” sul “consorzio” delle tre mafie in Lombardia. Parrino è stato arrestato davanti all’ospedale di Magenta dai carabinieri del Nucleo investigativo antimafia dopo che si era reso irreperibile per due giorni, dopo la richiesta di arresto della Corte di Cassazione. L’accusa è di associazione mafiosa, per i pm Parrino è il “punto di raccordo” del “sistema mafioso” in Lombardia che consiste in un’alleanza tra le tre mafie: cosa nostra, ‘ndrangheta e camorra. Un sistema a tre teste che si fondava sia sugli introiti garantiti da estorsioni e traffici di droga, sia sulle infiltrazioni finanziarie. I singoli componenti avrebbero “trasferito nel sodalizio orizzontale tutti i tratti genetici delle associazioni di appartenenza”. Con tre figure su tutti a fare da “garanti” per le rispettive organizzazioni: Giuseppe Fidanzati per cosa nostra, Massimo Rosi per la ’ndrangheta e Gioacchino Amico per la camorra. 

Già condannato nel 1997 a 10 anni di carcere per associazione mafiosa, sarebbe stato il rappresentante al Nord della cosca trapanese, indicato come “uomo d’onore della famiglia di Castelvetrano, con compiti di decisione, pianificazione e di individuazione delle azioni da compiere e delle strategie da adottare per la realizzazione degli scopi illeciti dell’associazione”. Secondo le indagini Errante Parrino avrebbe anche passato a Messina Denaro “comunicazioni relative ad argomenti esiziali”, mentre era latitante, il boss infatti avrebbe avuto un interesse diretto “negli ingenti affari finanziari realizzati in Lombardia dal sistema mafioso lombardo”. Tutto questo mentre rilasciava interviste e alla giornalista Rai Chiara Proietti Ambra negava l’esistenza della mafia tacciandola come un’invenzione televisiva: “Che parola è? Una cosa che si mangia?”. L’uomo più temuto e rispettato di Abbiategrasso aveva contatti diretti con il sindaco Cesare Nai, testimoniati dall’intercettazione dei carabinieri in cui Errante Parrino diceva di voler “spaccare la testa” a un dirigente del Comune a cui seguiva la “risata” del primo cittadino. Nai fin qui ha fatto spallucce, come se il loro fosse un normale rapporto tra sindaco e cittadino. La procura in questi mesi ha “sollecitato” provvedimenti di accesso ispettivo al Comune finalizzati anche allo scioglimento. Ma senza seguito. 

FdI: “Arresto dimostra determinazione Stato”

Soddisfatto il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro delle Vedove, di Fratelli d’Italia: “Le mie congratulazioni alle donne e agli uomini dell’Arma dei Carabinieri e della Direzione Distrettuale Antimafia. Questa operazione ribadisce la fermezza dello Stato nel colpire la criminalità organizzata in tutto il territorio nazionale, ovunque essa si nasconda. Un grande risultato che rafforza sicurezza e legalità da Nord a Sud”. 

Grazie anche al lavoro dei pm si sta svelando la coltre di nebbia che avvolgeva il problema mafioso in Lombardia, accertando che la criminalità organizzata arriva dal Sud ma fa affari al Nord, dove da anni ha messo radici. 

Resta aggiornato

Invalid email address
Promettiamo di non inviarvi spam. È possibile annullare l'iscrizione in qualsiasi momento.
Alessandro Guidolin
Alessandro Guidolin
Classe 1997, piemontese trapiantato a Roma. Laureato in giurisprudenza, appassionato di politica e comunicazione. “Crederci sempre arrendersi mai”

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.