Caivano, la destra e il tempo di ‘industrializzare l’onestà’

Ci sono luoghi che a un certo punto hanno la fortuna di mettersi alle spalle le ombre che li accompagnano. Caivano è senza dubbio uno di questi. Alzi la mano chi non la conosca per le storie di cronaca famigerate ed efferate di cui è stata teatro? Invece, Caivano adesso può aspirare a diventare il simbolo della redenzione di una città che da ‘maledetta’ diventa modello, da ‘inferno’ a ‘purgatorio’ e, chissà, in un domani non tanto lontano diventare addirittura un ‘paradiso’; dopo un passato e un presente fatto di disagio e di storie terribili, ultima delle quali quella delle due cuginette minorenni abusate da un branco di adolescenti con tanto di filmati scambiati via social.

Merito della coraggiosa decisione di Giorgia Meloni di avviare un importante progetto di riqualificazione ambientale e sociale, rispondendo così all’accorato appello del parroco di Caivano, don Maurizio Patriciello, da sempre uomo simbolo e punto di riferimento per chi in quei territori ancora crede ai valori della legalità. Nasce così il decreto legge Caivano, pensato non solo come un intervento emergenziale ma piuttosto come un modello per combattere, come disse la stessa premier, “tutte le Caivano d’Italia”. Ma soprattutto per la prima volta dalla destra è giunta una risposta non meramente securitaria al disagio e all’emarginazione, piuttosto è prevalso un approccio sociologico/culturale. Quindi non l’aumento delle Forze dell’Ordine ma scuole, centri di aggregazione, aumentare l’offerta pedagogica. Insomma, puntare più sulla formazione di una coscienza civica, che poi è il vero problema di queste realtà e anche la vera strada per uscire dal sottosviluppo.

Però quello che sorprende è l’atteggiamento della sinistra e dei suoi house organ, che avevano sempre puntato il dito contro le misure per il rafforzamento della legalità sostenendo le soluzioni di stampo sociologico, e che invece adesso hanno vissuto con un certo fastidio gli interventi decisi. Quasi un fastidio, se non in alcuni casi contrarietà, a conferma che come sempre a sinistra esiste un certo strabismo o comunque un doppiopesismo. Insomma, la destra sbaglia a prescindere. Ed ecco che così don Patriciello, come riporta il Domani, viene tacciato di ‘tradimento’ per aver accolto l’aiuto della premier Meloni, addirittura responsabile di aver ‘spaccato il fronte anti clan’. La verità è che anche sul fronte della lotta alla criminalità organizzata Giorgia Meloni ha infranto un altro tetto di cristallo, sconfinando in un campo che la sinistra ha sempre ritenuto fosse sua proprietà. Ed invece ecco la destra che sa parlare di assistenza, di aiuti sociali, di maestri ed insegnanti. Che parla di infrastrutture e di palestre, di centri di ritrovo e biblioteche. Un approccio che fa ben sperare per il futuro di questo territorio, perché come scrisse un giorno Eduardo De Filippo, uno che sicuramente ne capiva molto di più della sinistra, “Si voglio fare una vita onesta e nisciuno m’aiuta, che me resta? Industrializzo la disonestà”. Ecco, è giunto il tempo di industrializzare l’onestà. A partire da Caivano.

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