Grande confusione sotto il grigio cielo della Gran Bretagna, già non poco impegnata dalla Brexit e dal timore degli attentati sempre presente. Sarà forse per colpa dei nervi scoperti che possono nascere incomprensioni o, come direbbero proprio gli inglese “misunderstanding”, di non poco conto che rischiano, come in questo caso, di far fare una pessima figura alle persone coinvolte, vedi Jeremy Corbyn, dal 2015 leader del partito laburista e dalle ultime elezioni capo dell’opposizione al governo.
Da che siamo entrati nell’era digitale, i poveri politici di tutto il mondo, diciamoci la verità, proprio non possono vivere tranquilli. Tra fake news, video virali, registrazioni estorte e messe in rete, non c’è giorno buono che non esca fuori uno scandalo o uno scaldaletto. A volte problematiche di pochissimo conto, ma montate talmente ad arte da finire per diventare vere questioni di stato. Nel Regno Unito, come anticipavamo, ad essere sotto lo schiaffo di un video virale è in questi giorni appunto Jeremy Corbyn. Qualcuno si è divertito a mettere in rete un filmato di un discorso dove il deputato laburista parlava dei sionisti in Gran Bretagna, e ne parla in modo non proprio lusinghiero, tale che un suo stesso compagno di partito, Mike Gapes, ex presidente della commissione Affari esteri dei Comuni, dopo aver visto il filmino è corso a dichiarare: “Non sono disposto a sostenere un antisemita per giunta pure razzista. Quindi, per me è finita”, e dicendo ciò ha formalizzato il suo addio ai laburisti. A rincarare la dose e rendere ancora più difficile il momento di Corbyn, ci hanno pensato anche Nick Griffin, ex capo del British National Party (partitino di estrema destra inglese), e David Duke, un ex esponente del Ku Klux Klan, che hanno sottolineato il discorso di Corbyn con un tweet di sostegno. Apriti cielo! Gli avessero sparato, avrebbero fatto meno danni.
Ma cosa aveva detto Corbyn di tanto grave nel filmato incriminato? In realtà, si tratta di un vecchio discorso tenuto da Corbyn nel 2013 a Londra, in sostegno dei palestinesi, dove naturalmente non si era sperticato in complimenti per i sionisti. Negli spezzoni visibili, le parole di Corbyn possono essere interpretate come un insulto agli ebrei britannici portatori di “una cultura aliena”, ma onestamente a parte un atteggiamento critico non c’è nulla di sconvolgente in quello che ha detto il leader laburista. Eppure, si è scatenato un inferno mediatico che da giorni campeggia sulle prime pagine dei giornali e nelle aperture dei TG nazionali. In sua difesa, il poveretto ha tentato di replicare sostenendo che i sionisti, anche quelli che hanno vissuto tanti anni in Gran Bretagna, e perfino quelli che ci vivono da tutta la vita, non capiscono l’ironia inglese. E la toppa si può definire peggiore dello strappo!
A rispondergli per le rime, ci ha pensato immediatamente Richard Millett, un blogger ebreo piuttosto noto. MIllett discende da una famiglia che si è trasferita in Inghilterra più di 100 anni or sono. Suo padre è molto noto per aver fondato una catena di negozi di abbigliamento di grande successo e che ha contribuito a creare centinaia posti di lavoro nel settore. Richard Millet, che si ritiene cultore e grande amante dell’ironia e dell’umorismo inglese, si è sentito chiamare in causa dalle puntualizzazioni di Corbyn, e ha replicato: “Sono ebreo e inglese, e negli ultimi 50 anni mi sono sempre espresso con quella che credevo fosse l’ironia e il senso dell’umorismo tipico della nostra cultura. A questo punto, però, sembra che io non faccia parte della stessa Gran Bretagna a cui si riferisce Jeremy Corbyn.” E il primo chiodo nella bara è stato piantato.
Gli altri sono arrivati grazie ai tweet di approvazione arrivati un po’ da tutti quelli che in Gran Bretagna non amano i sionisti, e non sono pochi. Soprattutto il già citato Griffin, che in passato si era distinto per aver sostenuto che alcuni resoconti sull’Olocausto fossero “sciocchezze senza senso”, e che ha dovuto abbandonare la politica per non incorrere in sanzioni penali, ha messo Corbyn in grandissima difficoltà. John McTernan, l’ex assistente di Tony Blair, ha infatti dichiarato; “E’ disgustoso che le parole del leader del partito laburista possano essere approvate da un tale individuo”, e ha poi accusato Corbyn di quel “razzismo della classe media inferiore che si maschera da falsa esasperazione perché “i diversi” non si adattano alla propria cultura”, che a voler essere disponibili non è proprio un complimento, né per Corbyn e nemmeno per tutti quelli che in fondo possono avere il diritto, a torto o a ragione, di pensarla come lui.
Ma non basta. Per far accalorare tutti i politicamente corretti di oltre Manica, ecco arrivare David Duke che si è detto entusiasta per le affermazioni dell’onorevole Corbyn quando nel suo ormai famigerato discorso il deputato si era riferito a una certa situazione come “alla morsa del potere dell’elite e al dominio dei miliardari su vaste parti dei nostri media.” David Duke, suprematista bianco, noto per promuovere teorie del complotto ebraico, ha twittato: “Corbyn ha ragione, e lo sa!” Ma si può pensare che quella frase abbia un fondamento di realtà e condividerla senza essere suprematisti bianchi ed ex adepti del Klan.
Insomma, un po’ come avviene in Italia, basta un vecchio discorso magari fatto in un clima o in una situazione particolare, e comincia la caccia alle streghe, alimentata dai media e dai soliti arruffapopolo. In fondo di situazioni come quella di Corbyn ne abbiamo viste tante anche qui e, in questo momento, il leader laburista ci fa un po’ pena: si è messo contro il vero potere.