Covid, Arcuri sarà ascoltato in commissione: la verità dietro gli scandali

Si sta avvicinando il momento, probabilmente, più atteso dall’istituzione della commissione sul Covid e dalle prime audizioni a Giuseppe Conte: la prossima settimana interverrà Domenico Arcuri, che all’epoca dei fatti ebbe il privilegio di presiedere la struttura governativa straordinaria che il Governo Conte istituì per affrontare meglio la fase della pandemia. Non si ebbero però tanti miglioramenti, i contagi continuavano a salire, scelte improponibili e impensabili come i banchi a rotelle o il coprifuoco continuavano a proliferare e, con il senno di poi, si può dire che furono più i danni che i benefici. Danni che gli italiani furono costretti a pagare allora, sulla propria pelle, costretti a restare in casa, a rinunciare al loro lavoro, il più delle volte la loro unica fonte di reddito. Danni che continueranno a pagare, a quanto pare, per gli erroracci commessi sulla fornitura delle mascherine. Centrale, in questi ultimi mesi, è stata la vicenda della Jc Electronics, un’azienda laziale che dovrà essere risarcita – così ha deciso la magistratura – per un valore di 203 milioni di euro. Sono chiamati a pagare in solido la Presidenza del Consiglio insieme al Ministero della Salute. Soldi degli italiani, dunque, che il governo dovrà sborsare per gli errori di Arcuri. Il fatto è noto: la struttura commissariale, appena istituita, fece diventare carta straccia un precedente accordo con l’azienda per la fornitura di mascherine, con la scusa che i dispositivi non avevano ancora ottenuto alcuna approvazione medico-scientifica, malgrado questo avessero già avuto l’ok dell’Inail e delle Dogane, come dichiarato dalla Jc Eletronics. Si venne a sapere, poi, che passò poco tempo da questa vicenda e quella delle maschere cinesi, importate per cifre molto alte e senza aver ottenuto alcuna validazione. Quando dall’Agenzia dei Monopoli e delle Dogane si levò il grido d’allarme di un funzionario, Miguel Martina, questi fu costretto a subire il mobbing dei superiori, finanche con azioni penali e disciplinari. Insomma, tanto ancora c’è da sapere di quel periodo e ascoltare Arcuri in commissione potrebbe essere un passo in avanti non da poco.

FdI: “Fatti gravi, la commissione farà luce”

A Consul Press, ne ha parlato pochi giorni fa Alice Buonguerrieri, capogruppo di Fratelli d’Italia in commissione, spiegando che “sono state emesse due sentenze a distanza di poche settimane l’una dall’altra per fatti che appaiono chiaramente connessi. Con la prima di queste, gli italiani sono stati condannati a risarcire la JC Electronics ItaliaSRL per oltre 203 milioni di euro per colpa della gestione della struttura commissariale di Domenico Arcuri, nominato da Giuseppe Conte, che, si apprende, avrebbe illegittimamente risolto contratti di importazione di mascherine regolari per avvantaggiare circuiti esclusivi di importazione di mascherine irregolari dalla Cina.

Con la seconda sentenza, come ha già detto lei, l’Inail deve risarcire il funzionario delle Dogane mobbizzato dai suoi superiori mentre indagava sullo scandalo delle mascherine irregolari. Fatti gravi sui quali la commissione intende fare piena luce, per questo Fratelli d’Italia ha chiesto di audire tutti i soggetti coinvolti nelle due vicende, audizioni già fissate per le prossime settimane”.

Prossimamente si svolgerà anche l’audizione della stessa Jc Eletronics. Ma le indagini continueranno anche su tanti altri temi, come ha sottolineato Marco Lisei all’Identità: “La commissione indagherà a 360 gradi sulla gestione commissariale” ha spiegato, e questo anche perché “ci sono anche altri procedimenti che hanno avuto ad oggetto la gestione della struttura commissariale. Mi riferisco in particolare al procedimento penale che ha visto il commissario Arcuri indagato per abuso d’ufficio, oltre che dei rilievi della Corte dei Conti sulla gestione commissariale. Ovviamente, è compito della commissione capire come si è mossa la struttura commissariale, soprattutto nella prima fase, quella sulla quale sono stati aperti più procedimenti, perché ad oggi le criticità maggiori emerse dai tribunali sono quelle relative alla gestione commissariale della struttura guidata da Arcuri”.

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