Oggi inizierà l’incidente probatorio sul delitto Garlasco. La fase preliminare dell’incidente probatorio disposto dal gup di Pavia, Daniela Garlaschelli, nell’ambito della nuova indagine sull’omicidio di Chiara Poggi nella quale è indagato Andrea Sempio è cominciata il 12 giugno nella caserma di via Moscova a Milano dove sono stati consegnati dei reperti da analizzare. I periti nominati dalla giudice sono la genetista Denise Albani e Domenico Marchigiani. Tra gli altri i consulenti di difesa e parte civile della famiglia Poggi, Luciano Garofano e Marzio Capra.
L’unico indagato di cui si ha notizia al momento è Andrea Sempio, 37 anni, amico del fratello della vittima. Le presunte prove contro di lui consistono in una traccia di DNA sotto le unghie di Chiara, undici “minuzie dattiloscopiche” che collegano Andrea Sempio ad un impronta fotografata 18 anni fa su un muro della villetta di Garlasco in cui venne trovata morta Chiara Poggi. Lo stabilisce la consulenza disposta dalla Procura di Pavia nell’ambito della nuova indagine sul delitto, della quale si possiede però solo l’immagine fotografica, l’intonaco su cui era stata rilevata l’impronta numero 33 sarebbe infatti stato completamente consumato durante le analisi compiute all’epoca del delitto e un alibi che non regge, lo scontrino del parcheggio di Vigevano conservato per un anno e poi consegnato e che si sospetta sia della madre.
Tra i reperti da analizzare la confezione di Fruttolo, sacchetti e scatole di biscotti e di cereali e il brick del tè freddo, residui dell’ultima colazione di Chiara Poggi ma anche il frammento del tappetino del bagno e la sessantina di “paradesivi” delle impronte, compresa la numero 10 “sporca” sulla porta d’ingresso e i vari campioni biologici prelevati anche nell’autopsia e nelle prime fasi delle indagini sul delitto di Garlasco del 13 agosto 2007.
Alla vigilia del maxi incidente probatorio del 17 giugno, spunta un’impronta di scarpa mai repertata nella villetta dove Chiara Poggi fu uccisa il 13 agosto 2007.
Una seconda parte dei reperti è all’Istituto di Medicina Legale dell’Università di Pavia. Il compito degli esperti incaricati dalla procura, di quelli della difesa, di Sempio e della famiglia Poggi sarà di recuperare eventuali tracce biologiche sugli oggetti repertati e cercare corrispondenze per le impronte ancora da classificare.
Con la ricostruzione tridimensionale, le misurazioni delle distanze tra tutte le tracce di sangue e le impronte e con la ricognizione della scena del delitto, utilizzando strumentazioni all’avanguardia, le indagini della Procura di Pavia puntano a verificare quella che pare più di una ipotesi: si sta cercando di dare un riscontro al fatto che Chiara Poggi, la mattina del 13 agosto 2007, si sia difesa o comunque abbia reagito al suo assassino.
Il primo mistero l’orario del delitto di Chiara: per la Cassazione, che ha reso definitiva la condanna ad Alberto Stasi, Chiara Poggi è stata uccisa tra le 9:12 e le 9:36 del 13 agosto 2007, quando l’allarme della villetta di Garlasco è stato disattivato. Il medico legale che aveva esaminato il cadavere aveva indicato come la morte fosse avvenuta tra le 10:30 e le 12, mentre la perizia disposta dal Gip, che all’epoca assolse Stasi, aveva individuato un intervallo più ampio: dalle 7 alle 12:30. L’ora del decesso è cruciale per l’indagine dato lo scontrino del parcheggio di Vigevano, usato da Sempio per dimostrare la sua impossibilità di essere alla casa dei Poggi al momento dell’omicidio.
Nell’inchiesta l’unico indagato è proprio Andrea Sempio, l’amico del fratello di Chiara, al quale hanno attribuito, tramite una consulenza, il dna trovato sulle unghie della ragazza che 18 anni fa è stata colpita al volto e alla testa con un oggetto, non ancora identificato, trascinata sul pavimento e gettata lungo le scale che conducono al piano seminterrato della villetta di Garlasco dove viveva.
All’indagine nei confronti di Sempio si uniscono le storie che ruotano attorno al Santuario della Bozzola, a presunti abusi sessuali, a riti satanici fino a strani suicidi, tra cui quello di Michele Bertani l’amico di Sempio che prima di morire ha postato sui social una frase enigmatica.
Alberto Stasi, il fidanzato della vittima, il quale sta finendo di espiare 16 anni di carcere, ora è in semilibertà, sebbene abbia sempre proclamato la sua innocenza. Qualora dovesse essere scagionato dalla nuova inchiesta, la strada che di certo percorrerà sarà depositare una ulteriore richiesta di revisione del processo.
I test questa volta si svolgeranno in contraddittorio, nell’ambito dell’incidente probatorio, dove saranno presenti non più solo i consulenti dell’accusa, ma anche e soprattutto i periti del giudice per le indagini preliminari.
Sarà infatti proprio il gip, in base al risultato di quegli esami, a stabilire se questa nuova inchiesta sul delitto di Garlasco debba proseguire oppure no.