Assistiamo increduli all’ultimo colpo di mano della Francia di Macron: con un’ordinanza “estiva” i Comuni di Chamonix e di Saint-Gervais hanno vietato il sorvolo in parapendio di tutta la zona della vetta del Monte Bianco, dando vita ad un atto di prepotenza ma anche di violazione del territorio che ricade sotto la sovranità italiana.
Ma Di Maio cosa farà adesso? La Francia ha apertamente violato precisi accordi internazionali quindi dovrà essere il neo Ministro Luigi Di Maio far valere le ragioni degli italiani: un bel banco di prova per il neo eletto Ministro degli Esteri, anche se non nutriamo nessuna speranza di una sua presa di posizione forte nei confronti della Francia.
Sulla vicenda, Fratelli d’Italia ha presentato un’interrogazione parlamentare in Senato nel quale si sottolinea come il contenzioso, «oltre il rilevante significato simbolico e politico della sovranità nazionale sulla vetta del monte Bianco da cui l’Italia non può essere esclusa per un’arbitraria iniziativa francese, ha concrete ricadute sulla gestione di importanti attività economiche e sulle responsabilità amministrative e giudiziarie in tema di sicurezza e gestione dei soccorsi». Per questo motivo, i senatori di FdI chiedono di sapere dal ministro degli Esteri, «quali iniziative il governo italiano intenda intraprendere, per tutelare l’interesse nazionale e la sovranità dello Stato italiano nella aree del massiccio del monte Bianco», «quali iniziative ritenga di adottare per supportare il Comune di Courmayeur e la Regione autonoma della Valle d’Aosta» e «quali provvedimenti ritenga di adottare per giungere alla definitiva risoluzione di un contenzioso diplomatico che si trascina ormai da oltre 70 anni, durante i quali l’Italia ha sempre subito le iniziative unilaterali ed arbitrarie delle autorità francesi».
Già in passato i francesi ci avevano provato. Nel 2015, l’apertura dell’impianto funiviario italiano “Skyway Monte Bianco” che collega Courmayeur con punta Helbronner aveva riscosso notevole successo commerciale.
L’impianto francese di Chamonix aveva molto risentito della concorrenza. Così, su incarico del sindaco di Chamonix, alcuni operatori avevano provveduto, senza alcuna concertazione con le autorità italiane, ad istallare dei sistemi di chiusura che impedissero il diretto accesso dal rifugio al ghiacciaio del Gigante e quindi alla cima.
L’increscioso episodio si risolse con un accordo tra le diplomazie dei due Paesi. Si decise di rinviare ogni conclusione sull’esatta definizione dei confini. Si stabilì inoltre che in futuro nessuna parte avrebbe intrapreso atti unilaterali sulle porzioni di territorio interessate dal contenzioso.
Ma i patti non sono stati rispettati e questa volta la diplomazia tocca esercitarla a Luigi di Maio, appena nominato Ministro degli Affari Esteri.