”Quella che abbiamo riscontrato nel corso della missione a Prato della commissione Ecomafie è una realtà preoccupante, che conferma quanto già emerso nel corso degli ultimi anni: ci troviamo di fronte a un sistema criminale strutturato, nel quale l’abbandono di rifiuti tessili e il traffico illegale con l’estero rappresentano solo la punta dell’iceberg di un meccanismo ben più ampio e radicato. Le nostre verifiche sul campo sono state mirate a mettere in luce la gestione opaca e delinquenziale dei flussi di scarto della produzione tessile, che troppo spesso si intrecciano con traffici illeciti diretti all’estero e con un tessuto economico parallelo fatto di aziende abusive e sfruttamento della manodopera clandestina.È dovere delle istituzioni portare piena chiarezza su quanto accade, non solo per difendere l’ambiente e la salute pubblica, ma anche per tutelare gli operatori onesti che rispettano le regole e che subiscono la concorrenza sleale di chi agisce nell’illegalità. Il distretto tessile di Prato è una risorsa strategica per l’economia nazionale, ma non può continuare ad essere il simbolo di un far west senza regole. Dopo anni di mancanza di interventi e di previsioni, serve una risposta chiara, rapida e concreta, un contrasto più efficace ai traffici illeciti e soprattutto da una responsabilità istituzionale condivisa. A questo proposito, un grazie mai scontato va ai rappresentanti delle istituzioni e delle forze dell’ordine con cui collaboriamo costantemente. Continueremo a vigilare e a lavorare con scrupolo a questo filone di indagine: siamo determinati affinché il lavoro della commissione Ecomafie produca risultati tangibili e tempestivi”.
Lo scrive, in una nota, la senatrice e componente della commissione bicamerale Ecomafie Simona Petrucci.