Il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni è intervenuta a Vinitaly, la fiera internazionale del vino e dei distillati che si sta tenendo a Verona in questi giorni, toccando, nel suo discorso e rispondendo alle domande dei giornalisti, vari temi in voga negli ultimi giorni.
Il vino, un gioiello per l’Italia
Meloni ha tenuto ad essere presente al Vinitaly, a dimostrazione del forte impegno del Governo italiano nei confronti di un comparto, quello vitivinicolo, fondamentale per il settore agroalimentare della nostra Nazione. Impegno già dimostrato dal ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida che, nei giorni precedenti, aveva ribadito come il vino sia “un gioiello per l’Italia”. Meloni, per questo motivo, è stata presente al salone, nonostante i tanti impegni e il periodo difficile provocato dalle congiunture internazionali: “La mia presenza qui – ha spiegato – testimonia ancora una volta come il nostro Governo abbia messo l’agricoltura al centro della propria azione. Un settore che abbiamo difeso in Europa e che puntiamo a rilanciare in Italia”. La difesa dell’esecutivo si è fatta sentire soprattutto contro chi “voleva difendere un ambiente senza l’uomo. Mentre noi pensiamo che gli agricoltori siano i primi ambientalisti. Inoltre, abbiamo difeso l’agricoltura disinnescando altre iniziative pericolose per il settore che Bruxelles voleva portare avanti”.
Meloni difende il Made in Italy
Giorgia Meloni ha poi sottolineato l’attenzione dell’esecutivo da lei presieduto in merito all’imprenditoria nostrana e al know-how italiano, partendo dall’istituzione della giornata nazionale del Made in Italy che ricadeva proprio ieri, in onore della data di nascita di Leonardo da Vinci. Per Meloni si tratta di “un provvedimento voluto dal Governo per sostenere il valore del Made in Italy per la nostra economia e il nostro nome all’estero. E sostenerlo investendo risorse sulle filiere strategiche, tra cui l’agroalimentare, e sul Made in Italy femminile. E proteggere il Made in Italy dalla concorrenza sleale e dall’Italian sounding che non provoca al nostra Paese non solo un problema economico, ma compromette anche la nostra reputazione”. Parole quasi profetiche: nella serata di ieri, infatti, è arrivata la buona notizia che l’Alfa Romeo, dopo i pressing del Governo e del ministro delle Imprese Adolfo Urso, ha ritirato il nome “Milano” dalla sua nuova vettura, completamente costruita fuori dai confini nazionali.
Medio Oriente: evitare una possibile escalation
Le recenti notizie proveniente dal Medio Oriente hanno poi spostato l’attenzione dei giornalisti sul piano internazionale. La premier si è detta “contenta della unità di intenti che ho letto tra i leader del G7”: “Tutti quanti – ha spiegato – stiamo facendo i massimi sforzi e sono contenta che ci sia questa unità di vedute su quello che va fatto relativamente al tema Israele e Iran, e anche quello che si deve continuare a fare per arrivare a un cessate il fuoco, a un rilascio degli ostaggi israeliani da parte di Hamas per quello che attiene la situazione di Gaza”. Giorgia Meloni appare molto determinata, trovando parole di condanna per l’Iran e Hamas, nonché appoggio per Israele e per il popolo palestinese, chiedendo poi il cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi. L’obiettivo principale, infatti, è evitare una escalation: “Credo che sia molto importante – ha spiegato – lavorare per una de-escalation, perché una escalation in un conflitto all’interno di quella regione tutti quanti ci rendiamo conto che potrebbe avere conseguenze molto significative”.
L’Italia cambia l’Europa
In vista delle prossime elezioni europee di giugno, poi, il Presidente del Consiglio ha rivendicato l’operato del Governo nei rapporti con l’Unione europea. Meloni ricorda le battaglie in Europa “sulle quali l’Italia ha avuto il coraggio di porre delle questioni e piano piano tante altre nazioni hanno cominciato a seguirci, perché quando dici cose serie, quando dici cose di buonsenso, quando sei pragmatico, quando sei credibile, è possibile che tu possa anche fare da apripista: è quello che è successo su molti dossier”. In effetti, l’Italia è riuscita a distogliere l’Europa dalla folle ideologia anti-frontiere in tema di immigrazione, portando i vertici europei a un dialogo con i Paesi nord-africani; o in tema agroalimentare, col la creazione del fronte contro la carne sintetica; o ancora sulla questione del Green Deal, come ricordato poc’anzi. Insomma, è un’Italia destinata a fare scuola e a superare quelle barriere ideologiche in cui gran parte del continente è rinchiusa.