Tornati dalle vacanze estive, ora i temi da affrontare sono specialmente di natura economica. I lavori per la prossima finanziaria, adesso, entrano nel vivo e il Forum Ambrosetti di Cernobbio è, non a caso, fissato in questo periodo dell’anno: imprenditori, operatori finanziari, industriali, vogliono sapere come si muoverà il governo, quali sono le prospettive per il futuro, quali saranno le misure riconfermate, quali quelle scartare, se ce ne saranno delle nuove, quale sarà il loro impatto. Insomma, i dubbi sono tanti e all’esecutivo spetta un compito molto delicato: tenere salde le congiunture economiche del Paese, i vari comparti, consolidare la fiducia degli investitori nella politica, nella stabilità della Nazione, per continuare il cammino che ha permesso all’Italia di raggiungere già importanti risultati.
Dati e risultati
Con questo intento, Giorgia Meloni si è presentata a Villa d’Este, di fronte a una schiera di importanti personalità che compongono il tessuto produttivo della nostra Nazione. Avrebbero potuto tanto fischiarla quanto acclamarla: il pubblico (pagante) di queste convention reagisce a cosa vede, a cosa sente, senza mediazioni. Ma c’è da dire che alla kermesse, gli ospiti arrivavano già rincuorati da alcuni dati, che negli ultimi mesi hanno sorriso all’Italia: l’occupazione cresce e la disoccupazione cala, il Pil è in aumento secondo le stime, la precarietà è calata, le misure cardine delle passate leggi di Bilancio verranno riconfermate grazie a dei conti pubblici che reggono gli stringenti vincoli comunitari. Con queste notizie, si capisce che è difficile presupporre un malcontento della classe imprenditoriale, come invece speravano a sinistra: la Meloni appare la leader giusta per superare gli ultimi anni in cui l’Italia è stata fanalino di coda in tutte le statistiche europee. Ora la nostra Nazione, forte di un settore produttivo in ripresa, incoraggiato dalle misure espansionistiche dell’esecutivo, e forte anche di un governo stabile e coeso, espressione di un indirizzo politico chiaro e univoco che viene attuato senza esitazioni, si fa valere in Europa per quello che è: uno Stato fondatore, la terza economica dell’Unione, tra le migliori industrie. Si fa valere anche per i dati, in costante crescita, che superano quelli delle storiche concorrenti: la disoccupazione è più bassa di quella di Stati come Francia e Paesi scandinavi, il prodotto cresce più della media europea e surclassa quello tedesco, lo spread tra Btp e Bund a 10 anni è ai minimi da quando a Palazzo Chigi c’è il centrodestra.
Appoggio rinnovato
Così, l’economia italiana si è ripresa il posto che merita, superando disastri quali il Superbonus. E in questo contesto, non si poteva che aspettare una reazione positiva degli ospiti di Cernobbio nei confronti della premier, che pure non si è sottratta a qualche domanda scomoda. La definitiva prova dei buoni rapporti che, ormai, vanno consolidandosi tra la premier e il settore produttivo della Nazione, sono stati i “basta” urlati dalla platea quando, durante un convegno di grande interesse per la Nazione sul piano industriale, finanziario ed economico, si continuava a porgere domande sui rumor e sul caso Sangiuliano. A chi importa, se non alle riviste di gossip e alla sinistra, che si appiglia soltanto a certi argomenti. Per il resto, il comparto produttivo è totalmente distante da certi argomenti poco impattanti sul mondo degli affari: ciò che importa sul serio sono i dati sull’ottimo stato della nostra economia. Gli imprenditori lo sanno e questo basta per rinnovare il lor appoggio pieno e sentito al Governo Meloni.
Gli imprenditori sono stufi del gossip e vogliono sentir parlare solo di economia e non della Boccia.