Il razzismo inventato e le urla isteriche dei sinistri

I titoli sui giornali si sprecano. I media non fanno altro che lanciare ripetutamente l’allarme razzismo, l’Italia starebbe regredendo alla barbarie. Tutto per colpa, ovviamente, di Salvini.

Il demonio incarnato, secondo Famiglia Cristiana, il periodico cattocomunista (termine quanto mai impreciso, visto che si stenta a riconoscere la minima ombra di cattolicesimo a sfogliare le sue pagine) che ha ritratto in copertina il vicepremier con la scritta “Vade retro” (se ogni tanto aprissero il Vangelo, in redazione forse si sarebbero accorti di averlo paragonato a san Pietro).

È interessante notare, innanzitutto, come improvvisamente per i giornali e per le televisioni la nazionalità diventi importante quando i criminali sono italiani e le vittime straniere; mentre, a parti invertite, tacciono o nascondono l’etnia di quanti sono coinvolti.

Ed è interessante anche notare come, in barba agli accertamenti che le forze dell’ordine stanno ancora effettuando in molti dei casi, loro sono già sicuri: è razzismo!

Dall’alto della loro superiorità morale, non hanno bisogno di attendere riscontri.

Non importa che sull’autobus a Catania sul quale l’autista non avrebbe fatto salire 5 africani, ci fossero a bordo già una quarantina di stranieri. Del resto, di sicuro a noi italiani non è mai capitato di ritrovarci le porte chiuse in faccia da un pullman che stava partendo.

Poi, suvvia, è solo un dettaglio il fatto che nell’auto dell’immigrato morto ad Aprilia siano stati rinvenuti attrezzi da scasso. Il movente è sicuramente il razzismo.

Così come non importa che gli investigatori stessero già indagando su un episodio simile a quello che ha colpito l’atleta azzurra Daisy Osakue, di origini nigeriane. Gli stupidi lanciatori di uova avevano già preso di mira un pensionato nella notte tra il 14 e il 15 luglio e tre donne il 25 luglio. Solo che in quel caso le povere vittime non avevano meritato i titoloni sui giornali. Si capisce: nessuna di loro era nera.

Stendiamo un velo pietoso sulle opposizioni (tralasciamo la brutta fine a cui sembra ormai destinata Forza Italia), con Renzi che si inventa particolari (secondo il Matteo buono, la sportiva della nazionale italiana di lancio del disco sarebbe stata «selvaggiamente picchiata») e racconta storielle come suo solito e con tutti i guru dell’immigrazionismo a strepitare di imbarbarimento ed emergenza xenofobia.

Si capisce anche perché stanno schiumando di rabbia di fronte all’ipotesi di Marcello Foa come nuovo presidente della Rai. Perché Foa è un giornalista dalla schiena dritta, che sulle fake news della cosiddetta libera stampa, smascherandole, ci ha scritto dei libri.

E senza gli artigli neppure sulla televisione pubblica, di loro non resterebbe finalmente più nulla. Speriamo.

 

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Antonio Schiavone
Antonio Schiavonehttp://www.antonioschiavone.it
Antonio Schiavone, classe 1986, di Acerra (NA). Laureato in ingegneria informatica, vive e lavora a Torino come sviluppatore web. Scrive, principalmente in pausa pranzo e nel tempo libero, con la speranza di fare un po' di bene.

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