Il ruolo strategico dell’Italia nell’UE: La Vice Presidenza a Fitto è un “win – win” per Meloni

L’incarico di Vice Presidente esecutivo della Commissione UE affidato a Raffaele Fitto rappresenta un win-win per Giorgia Meloni per diverse ragioni strategiche e politiche:

  1. Conferma del peso dell’Italia in Europa: La nomina di Fitto a un ruolo così centrale riconosce l’importanza politica ed economica dell’Italia in ambito europeo. Come secondo Paese manifatturiero e terza economia del continente, l’Italia mantiene un ruolo di leadership. Questo rafforza la posizione del governo Meloni nel dialogo con l’UE, dimostrando che l’Italia è riconosciuta e influente, aumentando la sua credibilità interna ed esterna.
  2. Controllo sul PNRR e fondi europei: L’affidamento a Fitto, insieme a Dombrovskis, della delega sul PNRR consente al governo italiano di avere un’influenza diretta sulla gestione e sull’implementazione dei fondi europei per la ripresa. Questo permette a Meloni di controllare da vicino l’utilizzo dei fondi per il rilancio dell’economia italiana, specialmente nelle regioni più vulnerabili come il Mezzogiorno, un tema cruciale per la stabilità del governo.
  3. Forte impatto sulle riforme e la crescita economica: Fitto avrà il compito di garantire che le riforme e gli investimenti promossi dall’UE supportino la crescita di lungo termine, non solo per l’Europa ma anche per l’Italia. Per Meloni, ciò significa la possibilità di influenzare politiche economiche e sociali fondamentali per il futuro del Paese, senza dover fare concessioni eccessive su misure di austerità, mantenendo un equilibrio tra le esigenze europee e le priorità nazionali.
  4. Interesse strategico per il Sud Italia: La delega alla coesione, con un budget di 378 miliardi di euro per il ciclo 2021-2027, rappresenta un’opportunità chiave per lo sviluppo delle regioni del Sud Italia. Il controllo su tali risorse consente a Meloni di rafforzare il suo consenso nelle aree più deboli del Paese, dove il governo ha forti interessi elettorali, promuovendo politiche di coesione e sviluppo locale.
  5. Rafforzamento della posizione di Fitto all’interno del governo: Fitto è una figura politica vicina a Meloni, e il suo ruolo nell’UE rafforza la sua posizione all’interno dell’esecutivo italiano, fungendo da canale diretto tra Bruxelles e Roma. Questo aiuta Meloni a mantenere un controllo strategico su decisioni e politiche europee, garantendo una visione coerente e allineata tra Italia e UE.

In sintesi, l’incarico di Raffaele Fitto nella Commissione Europea è un “win-win” per Meloni perché rafforza il peso politico dell’Italia in Europa, offre una gestione diretta dei fondi strategici, specialmente per il Sud, e permette al governo di influenzare riforme cruciali per la crescita economica e sociale del Paese. Questo, nonostante Meloni, come capo dei conservatori europei e leader di FdI non abbia sostenuto il bis della “maggioranza Ursula” e la ricandidatura della von der Leyen a Presidente della Commissione, mantenendo ancora una volta la sua coerenza.

A confermare l’analisi che abbiamo esposto sono fonti di Palazzo Chigi che nel pomeriggio di oggi hanno fatto trapelare la soddisfazione per un incarico dal valore politico molto importante che conferma la centralità dell’Italia in ambito europeo e riconosce il ruolo e il peso dell’Italia, Stato fondatore della UE, seconda manifattura d’Europa e terza economia del Continente.
Inoltre, viene affidata a Raffaele Fitto, insieme al Commissario Dombrovskis, anche la delega sul PNRR. Il compito del Vice Presidente Fitto, come scritto da von der Leyen nella “mission letter”, sarà di “garantire che l’Ue continui a supportare riforme e investimenti di lunga durata che contribuiscano direttamente a rafforzare la crescita europea”.

Come specificato nella “mission letter” della Presidente della Commissione von der Leyen, rientra nell’aria di competenza del Vice Presidente materie di importanza cruciale e di interesse strategico per l’Europa e l’Italia affidate ad altri Commissari che fanno riferimento a Fitto: agricoltura, trasporti e turismo, pesca e blu economy. La Coesione vale nel complesso circa 378 miliardi (di cui circa 43 per l’Italia) per il ciclo 2021-2027 senza contare il futuro ciclo di programmazione (al momento non quantificabile ma presumibilmente di portata simile) che la prossima Commissione sarà chiamata a definire insieme con gli Stati membri.

Per uno Stato come l’Italia, e specialmente per il Mezzogiorno, si tratta di un interesse nazionale primario. Stessa cosa per le riforme e per lo sviluppo regionale in un quadro dove la dimensione regionale sta assumendo un ruolo sempre più importante.

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1 commento

  1. Grande vittoria del nostro governo e di Giorgia Meloni in particolare, della sua tenacia nel perseguire i suoi obiettivi per il bene del nostro amato Paese. Oggi abbiamo dimostrato al mondo le bugie della sinistra sull’isolamento dell’ Italia nel consesso europeo: BUON LAVORO MINISTRO FITTO!

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