Il vescovo di Aversa: «Contro don Patriciello chi si muove nell’illegalità, ma il passato a Caivano non tornerà»

“Il Vescovo e la Diocesi di Aversa condividono la grande tristezza che pesa sulla Parrocchia intitolata a San Paolo nel “Parco verde” di Caivano per non aver celebrato, quest’anno, secondo la tradizione, la santa Messa nella Notte di Natale”. È quanto si legge nel comunicato stampa diffuso dalla curia vescovile della cittadina normanna retta da monsignor Angelo Spinillo.
Ricostruiamo i fatti. A Caivano, l’ultimo Natale è avvenuto in un clima da coprifuoco. Saltata pure la Messa di mezzanotte. La tensione è aumentata dopo lo sgombero di 36 famiglie abusive. Il parroco, don Maurizio Patriciello, da tempo sotto scorta ha denunciato agli organi d’informazione: è un Natale molto triste, molti non mandano più in chiesa i loro figli. Dal 28 novembre, da quando arrivarono per eseguire gli sfratti oltre mille fra poliziotti, carabinieri, finanzieri, il clima al Parco Verde è diventato velenoso e il parroco di “San Paolo Apostolo” è nel mirino. I suoi due uomini di scorta non lo mollano un attimo. La frequenza della sua chiesa «s’è più che dimezzata», spiega don Patriciello. «Il dolore più grande sono i bambini, tante famiglie non ce li mandano né all’oratorio, né al catechismo». Molta gente del quartiere viene “invitata” a non andare in chiesa e tutti sanno che l’invito parte da certi gran ciambellani della camorra nel Parco Verde. Meglio, allora, non correre rischi: la Messa di mezzanotte non è stata celebrata e non era davvero mai accaduto. Cancellata «anche perché si sarebbe potuta creare ancora un po’ di confusione – dice don Patriciello – e ci sarebbe potuto essere qualche incidente». Ma almeno ora «non c’è più questo fiato puzzolente sul collo», ripete don Patriciello: «C’erano quattordici punti di spaccio, e in un quartiere piccolo come il Parco Verde, le persone, i bambini, le signorinelle, avevano questo fiato puzzolente sul collo dalla mattina alla sera».

Adesso, però, vedere vuota o quasi questa parrocchia fa male. Prima c’erano a ogni ora ragazzini, che giocavano a pallone, si divertivano, scherzavano con zio prete (come lo chiamano), entravano e uscivano dalla chiesa e poi c’erano gli altri, quelli del catechismo e delle associazioni. Adesso la chiesa è fredda. Deserta. Triste. Spariti anche da qui colori e calore e rumori.
Don Patriciello pensa e spera che «col tempo le cose si possano aggiustare, che lentamente qualcosa cambi». Dice: «Spero anche che i fratelli che hanno sbagliato, possano rimettersi sulla giusta strada e non sbagliare più». Del resto, «l’annuncio del Vangelo è per tutti, anche per loro».

Il parroco del Parco Verde è chiaro, deciso: «Da una parte c’è la sete di giustizia, che non potrà mai venire meno. E noi abbiamo sete di giustizia, la Chiesa ha sete di giustizia, non possiamo stare dalla parte di un fratello che ha venduto droga o fatto estorsioni o chiesto il pizzo, non succederà mai, non potrà mai succedere». Però la stessa Chiesa ha anche «sete di carità, perciò neanche la speranza verrà mai meno».

Nel testo diffuso dal vescovo di Aversa, monsignor Angelo Spinillo, che Il 26 maggio 2021 la Conferenza Episcopale Italiana, riunita in Assemblea generale, lo ha eletto presidente della Commissione episcopale per il laicato. si legge ancora: “La sofferta decisione, come efficacemente dichiarato dal Parroco, Don Maurizio Patriciello, è scaturita dalla preoccupazione di evitare possibili confusioni in un contesto sociale pesantemente condizionato dalle recenti vicende di sfratto di 36 famiglie da case occupate in maniera illegale. La Chiesa diocesana condivide la prudenza che ha ispirato una scelta tanto difficile, ma soprattutto riconosce e sostiene la fatica di coloro che cercano di costruire una più autentica forma di normalità, nel rispetto delle leggi che regolano la vita della società civile. Nella luce del Giubileo che si è aperto proprio nella notte santa del Natale, si auspica, come lo stesso Don Patriciello ha dichiarato, che “anche i fratelli che hanno sbagliato possano rimettersi sulla giusta strada” e maturi in tutti i cittadini una rinnovata coscienza del rispetto di ogni persona e del valore del bene comune. La pace sociale vive e cresce nella giustizia”.

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Giovanni Curzio
Giovanni Curzio
Giovanni Curzio, 21 anni, napoletano, studente alla facoltà di Giurisprudenza della Università degli Studi Suor Orsola Benincasa. Da sempre è appassionato di giornalismo sia di cronaca che sportivo. Collabora anche con agenzie di stampa ed emittenti radiofoniche e televisive della Campania.

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