Erano tutti pronti a sperare nel fatto che Fratelli d’Italia avrebbe commesso un passo falso in Europa. Quel passo falso, evidentemente, era il voto favorevole alla maggioranza Ursula che, piuttosto che sgretolarsi dopo il voto come richiesto dai cittadini e aprirsi alla destra, vera vincitrice delle elezioni comunitarie, ha scelto di allargarsi sempre più a sinistra, ottenendo il sì dei Verdi, che invece hanno subito il crollo di consensi più ingente rispetto a tutti gli altri gruppi del Parlamento europeo. Insomma, un’unione di sconfitti che riesce a rimanere in vita malgrado il parere contrario dei cittadini europei.
Il no al bis di Ursula
Se qualche apertura verso la destra c’è stata, tuttavia, è evidente che non è stato abbastanza, poiché si è preferito lasciare fuori i conservatori dalla formazione della nuova Commissione europea. A questo punto, Fratelli d’Italia ha deciso di dire no alla seconda maggioranza Ursula, non chiudendo le porte però a un possibile dialogo sui temi di primaria importanza. È forse questo ciò che viene più apprezzato dall’elettorato: Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia hanno sempre avuto il coraggio di dire no a compromessi e inciuci politici, tuttavia non facendo mai mancare la disponibilità al dialogo sulle questioni più importanti per i cittadini. Si guardi, ad esempio, il nuovo approccio seguito dall’Unione europea in fatto di migranti: la Commissione è passata dalla mera gestione dei flussi e dalla spartizione dei migranti, a un contrasto più netto dei trafficanti di vite umane e a una difesa più ferma dei confini. Merito della visione esportata da Giorgia Meloni, che ha saputo far valere la propria strategia arrivando a dialogare con una Commissione schierata politicamente su altri fronti. Annunciando il no di Fratelli d’Italia alla riconferma di Ursula von der Leyen a guida della Commissione europea, Giorgia Meloni, tramite un videomessaggio lanciato sui sociali, ha fatto sapere che “siamo rimasti coerenti con la posizione espressa nel Consiglio europeo di non condivisione del metodo e del merito. Questo ovviamente – ha aggiunto – non comprometterà la collaborazione che il Governo italiano e la Commissione europea hanno già dimostrato di saper portare avanti su molte materie come, ad esempio, la materia della migrazione”.
La coerenza paga
Una posizione che Fratelli d’Italia ha sempre rivendicato con coerenza. Durante la kermesse di Pescara, durante la quale Giorgia Meloni annunciò la sua candidatura alle elezioni europee, fu la stessa premier a ricordare che Fratelli d’Italia non avrebbe mai fatto parte di una maggioranza alleata con partiti di sinistra. ““Mai con la sinistra” – disse – è un tratto distintivo per Fratelli d’Italia. Valeva 11 anni fa e vale oggi. Valeva a Roma, e vale a Bruxelles. Non ci interessa stare con tutti o dove stanno tutti. Noi siamo stati e saremo sempre, solo, dove possiamo realizzare le nostre idee. E le nostre idee sono e saranno sempre incompatibili con quelle della sinistra. Non ci sono mezze misure, prendere o lasciare”. Posizione simile a quella sostenuta da Fratelli d’Italia quando, nel 2021, venne a crearsi il governo “arcobaleno”, formato da tutte le forze politiche in Parlamento. Tranne che da Fratelli d’Italia, che rimase l’unico partito di opposizione. Quella scelta fu l’inizio della luna di miele con i cittadini: il partito di Giorgia Meloni da allora si è mantenuto stabilmente al di sopra del 20%, raggiungendo il 26% alle politiche del 2022 e oscillando per mesi e mesi intorno al 30%. Alle elezioni europee di giugno, Fratelli d’Italia si è riconfermato primo partito della Nazione con il 28,8%, una crescita mai vista per un partito di governo. Segno che la coerenza paga. E gli ultimi sondaggi lo dimostrano: secondo Swg per La7, Fratelli d’Italia ha raggiunto il 30% dei consensi, staccando nettamente il Pd, in calo al 22,8%.
Mai genuflettersi, quindi avanti così, con la schiena dritta e tutti i nodi verranno al pettine.