La Russia, al momento, non vuole la pace

Il 15 e 16 giugno prossimi si terrà in Svizzera una conferenza di pace per l’Ucraina. Lo ha annunciato il governo della Confederazione elvetica, ritenendo mature le condizioni per dare impulso ad un processo di pace che sia in grado di garantire all’Ucraina un equilibrio pacifico giusto e duraturo. Si conta di siglare una prima intesa fra gli Stati partecipanti alla conferenza. Forse sarà presente il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, ma è già sicura l’assenza di Vladimir Putin e della Russia. Dal Cremlino lamentano di non essere stati invitati, ma quand’anche ricevessero un invito, esso verrebbe rifiutato, segno questo, che la Russia non intende partecipare in alcun caso alla conferenza di pace. Sia Putin in persona che la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, hanno già bollato il summit elvetico in mille modi negativi e sprezzanti. Il vertice di pace svizzero non sarebbe altro che una passerella di fotografie e video utile ai democratici americani, i quali avrebbero bisogno di dimostrare al mondo che i loro progetti sull’Ucraina sono ancora a galla. Per Mosca si tratterebbe soltanto di un “freak show”, una baracconata insomma, che i partner asiatici, africani e latinoamericani della Russia, secondo sempre Maria Zakharova, farebbero bene ad ignorare.

Si capisce alla perfezione come la Federazione russa non abbia nessuna intenzione di fermarsi a livello militare, almeno al momento, e di ricercare una possibile pace. Snobba persino un Paese tradizionalmente neutrale come la Svizzera, equidistante sin nel proprio DNA. Non solo, per dare un alibi al rifiuto di contribuire agli sforzi di pace e dialogo, Putin giunge addirittura ad accusare di russofobia anche la Confederazione elvetica. Complici le distrazioni elettorali americane, la necessità di nuovi aiuti per Kiev, che ritardano, e qualche progresso sul campo dell’esercito russo, lo Zar di Mosca si sente da alcuni mesi più forte, ritiene fattibile una vittoria militare, almeno nel mantenimento del controllo di Donbass e Crimea, e non crede di dover scendere a patti con l’Ucraina e l’Occidente. La guerra è ancora lontana da noi, ma continua e rischia di avvicinarsi, quindi, non si può fare finta di niente, come ha ammonito il nostro ministro della Difesa Guido Crosetto. Per fare sì che il conflitto non ci riguardi ancora più da vicino, bisogna mettersi in testa, tanto negli USA quanto in Europa, di proseguire ad appoggiare, militarmente e finanziariamente, l’Ucraina.

Finora, l’azione occidentale di contenimento della aggressività russa ha impedito l’esplosione di una guerra mondiale, e può farlo ancora, insieme al ridimensionamento degli obiettivi di Vladimir Putin, che deve essere persuaso dai fatti ad accettare un negoziato non solo propedeutico agli interessi della Russia.

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Roberto Penna
Roberto Penna
Roberto Penna nasce a Bra, Cn, il 13 gennaio 1975. Vive e lavora tuttora in Piemonte. Per passione ama analizzare i fatti di politica nazionale e internazionale da un punto di vista conservatore.

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