La sinistra che usa i disordini contro il Governo mette in pericolo lo Stato

La tesi che questa mattina Libero ha proposto sulle colonne del suo giornale, è quella per cui la sinistra starebbe tentando di sabotare i rapporti istituzionali tra Palazzo Chigi e Quirinale, tra governo e presidenza della Repubblica, tra Giorgia Meloni e Sergio Mattarella. E lo farebbe come ha – del resto – sempre tentato di fare: elevando i toni, esasperandoli. Considerando dei mini assist nei suoi confronti quelle criticità che il Capo dello Stato ha sollevato alcune settimane fa sul ddl Sicurezza, in merito ad alcuni punti su cui il governo è tornato a lavorare: quello ad esempio sul divieto di vendita di sim telefoniche a stranieri sprovvisti di titolo di soggiorno, o quello sul carcere anche per le donne incinte o con figli di età inferiore a un anno. La sinistra, insomma, starebbe mettendo in campo una strategia per inimicare tra loro le Istituzioni (ma, lo diciamo da subito, senza successo). Una strategia che parte dall’organizzazione di manifestazioni contro tali misure per le quali la sinistra ha richiamato il suo esercito di associazioni partigiane, sindacati, pseudo-intellettuali, politici e perfino attori. Una strategia che poi arriva, come inevitabile effetto collaterale (si spera soltanto collaterale…), all’esplosione dell’odio dei più facinorosi contro lo Stato, il governo, le Istituzioni in generale e le forze dell’ordine.

Non sarebbe la prima volta che la sinistra sarebbe disposta a “usare” le parole del Capo dello Stato a suo favore. Quando si attendeva la firma di Mattarella per la promulgazione della legge sull’autonomia differenziata, la sinistra sperava in un rinvio, ma dopo pochi giorni si è dovuta ricredere. Lo stesso è accaduto in merito all’abolizione del reato d’ufficio: legge promulgata senza tentennamenti dal Colle. Il caso, forse, più emblematico, è quello sulle parole che Mattarella pronunciò in estate alla 50esima settimana sociale dei cattolici a Trieste. “Un fermo no, quindi, all’assolutismo di Stato, a un’autorità senza limite, potenzialmente prevaricatrice. La coscienza dei limiti è un fattore imprescindibile di leale e irrinunziabile vitalità democratica” disse Mattarella in quell’occasione, vedendoci una richiamo al premierato. “Penso che non si faccia un favore alle Istituzioni di questa Nazione e al ruolo del Presidente della Repubblica, se ogni cosa che dice viene strumentalizzata come se fosse il capo dell’opposizione” disse per tutta risposta la premier Giorgia Meloni. Così il clima si inasprisce, i toni si esasperano. E l’atmosfera che sta piombando sul nostro Paese non è proprio tra quelle migliori: la notizia del possibile sabotaggio, denunciato dal Gruppo Ferrovie dello Stato in merito ai disservizi crescenti e tutti in ora di punta avutisi negli ultimi giorni, dimostra che i nervi sono già belli tesi. E anche se in questo caso gli inquirenti non troveranno tracce di un effettivo sabotaggio, il fatto che le Ferrovie abbiano soltanto sospettato ciò certifica che l’aria che tira non è per nulla buona. Continuare a soffiare sulla stabilità del governo in questo modo, non gioverà a nessuno. Tantomeno alla sinistra.

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