Landini e il ritocchino allo stipendio: ecco la battaglia sui salari della Cgil

Tra le battaglie più sentite del sindacato rosso, c’è quella del salario minimo. Sia chiaro, si tratta di una rivendicazione che è sorta soltanto da quando a Palazzo Chigi c’è Giorgia Meloni. Prima l’idea di mettere tutti i lavoratori su uno stesso piano di partenza – bello a dirsi – rischiando però di far calare gli stipendi degli altri lavoratori (sembra proprio il comunismo raccontato in poche parole) non veniva accettato: sono infatti invecchiate malissimo le prese di posizione del sindacato, anche facilmente rintracciabili su Internet, contro la misura ora cavallo di battaglia di PD e Cinque Stelle, reputata inutile di fronte ai ben più fruttuosi contratti collettivi nazionali.

Da allora sembra passato un secolo, ma in realtà sono trascorsi pochi anni. Il cambio di paradigma è notevole, tant’è che non sono mancate le mobilitazioni sul tema, che è entrato nel cuore, a quanto pare, del segretario Landini. I salari in Italia, del resto, sono quelli che sono cresciuti di meno negli ultimi trenta anni, con un rialzo, significativo dato il triste trend storico, ottenuto soltanto con il taglio del cuneo fiscale e contributivo riconfermato dal Governo Meloni nella sua terza legge di Bilancio, contro la quale, malgrado ciò, pure si prepara la mobilitazione di Cgil e UIL, e non si è ancora capito il perché (nel merito almeno, perché nel metodo sembra tutto alquanto chiaro).

Privilegi per pochi

E allora se i salari in Italia sono bassi è necessario ritoccarli: e a dare il buon esempio è proprio Maurizio Landini, che da segretario generale del sindacato tra i più partecipati della Nazione ha visto incrementare le sue entrate. Tra il 2023 e il 2024, infatti, il leader della Cgil ha beneficiato di un aumento di quasi 300 euro al mese, nello specifico 257 euro.

Secondo quanto rivelato dal Giornale, a settembre 2023 lo stipendio del Landini ammontava a una cifra pari a 7359 euro lordi, 3863 euro netti. A un anno di distanza, il balzo in avanti è evidente: si passa a 7616 euro lordi, 4021 netti, dritti nelle tasche del segretario. L’incremento di stipendio, secondo il quotidiano, sarebbe cresciuto con il passare dei mesi: a gennaio e a febbraio 2024, l’aumento è stato di 120 euro circa al mese, mentre a settembre è più che raddoppiato. Complice la decisione dell’assemblea generale (dove Landini ha la maggioranza) di rinnovare il regolamento per tutto il personale. In più ha giocato a suo favore lo scatto di anzianità a cui aveva diritto. Si aggiungano anche tredicesime e quattordicesime, privilegi per pochi.

Il Giornale dà anche alcuni numeri sui salari degli altri sindacalisti: gli stipendi dei segretari regionali vanno da un minimo di 3700 euro per le Regioni più piccole a 4700 euro per le Regioni con più iscritti. Servono poi almeno 40mila iscritti per un segretario di categoria per ricevere 3100 euro in busta paga. L’aumento dei salari, d’altra parte, è una battaglia atavica del mondo operaio, tenuta un po’ più nascosta negli ultimi anni di governo di sinistra e scoppiata adesso che qualcosa sta cambiando con un governo di destra. C’è da dire che l’esempio è quello giusto: Landini mostra agli italiani come alzare gli stipendi, almeno il suo.

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