Landini risponde a Meloni, ma è la solita ciofeca rossa

Poche ore fa, dopo mesi a ‘osservare’ gli effetti degli incitamenti alla rivolta sociale, il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha avuto l’occasione di togliersi qualche sassolino dalla scarpa. Per settimane la Cgil ha pensato bene di invitare tutti alla ‘rivolta sociale’ contro il governo, rivendicando più e più volte la scelta. Cosa che, ovviamente, non è stata accolta con favore dal centrodestra. Al congresso della Cisl, però, Giorgia Meloni, seppur indirettamente, ha avuto modo di commentare: parlando del segretario uscente Luigi Sbarra, ha spiegato che “anche quando non siamo stati d’accordo sapevamo che avevamo di fronte qualcuno a cui interessava il bene dei lavoratori e i problemi concreti dei cittadini, non semplicemente il bene dell’organizzazione che rappresentava, o addirittura il bene di una parte politica”. Il dialogo è dunque l’arma più sana per risolvere i problemi dei cittadini, perché “nessuno può avere da solo le risposte a tutte le domande e saper ascoltare fa la differenza, soprattutto quando l’interlocutore che ti trovi di fronte non ha pregiudizio, ma guarda al merito con onestà”. Poi il riferimento si è fatto più forte: “Nell’ultima legge di Bilancio – ha detto – abbiamo ampliato i benefici a circa 1,3 milioni di lavoratori con redditi tra i 35 e i 40mila euro annui e abbiamo ottenuto che fossero banche e assicurazioni a concorrere alla copertura di questi provvedimenti. Lo ricordo perché lo considero un netto cambio di passo rispetto ai tempi nei quali i proventi delle tasse dei lavoratori venivano utilizzati per sostenere banche e assicurazioni senza che nessuno per questo invocasse la rivolta sociale”.

Continuano a difendere la rivolta sociale

Bam. Partita chiusa. O quasi. Perché dalla Cgil una voce si è levata, rivendicando ancora una volta quei toni aspri utilizzati per mesi. Le rivolte di quei giorni, gli assalti alle forze dell’ordine, l’odio verso le Istituzioni stemperato per fortuna da campagne mediatiche e raccolte firme promosse dal centrodestra, erano dei segnali chiarissimi che ad ogni azione segue una conseguenza, voluta o meno. Se si parla continuamente di rivolta sociale e la si fa passare come una giusta maniera per manifestare il dissenso, non ci si può aspettare una reazione pacifica e democratica. Malgrado ciò, continua la rivendicazione di quei toni: “Ieri sera rientrando dal lavoro e sentendo i telegiornali ho scoperto che sono tossico, ma io non sono mai stato così bene. Sarà perché, abituato a condividere la mia vita con tanti tossici come voi, uno si abitua. Ma vorrei rincuorare quelli che hanno questi paure: sarebbe utile che si ricordassero semplicemente di una cosa: che se questo Paese ha dei diritti, se è un Paese democratico, dove addirittura loro attraverso il voto oggi governano, se c’è la democrazia in questo Paese, e grazie alle lotte di tutti i tossici”, ha detto per tutta risposta il segretario Maurizio Landini. Ma, in quella che sembra un ‘insolito’ paragone tra questo governo e il regime fascista (loro, per contro, sarebbero gli eredi dei Padri costituenti), Landini ha dimenticato di specificare che forse continuare a incitare alla rivolta sociale è un po’ troppo, anche per quella stessa democrazia di cui il segretario parla e del cui nome la sua fazione politica abusa auto-affibbiandoselo (le stesse manie di grandezza di Napoleone che si incoronò da solo, ma almeno lui aveva costruito un impero…). Non c’è nulla di eroico invece nel rivendicare termini che sono al limite della democraticità e di quella Costituzione spesso ostentata in malo modo. Legittimare la rivolta sociale può diventare un errore enorme per l’ordine pubblico. Il ‘fate come vi pare’ non è libertà di espressione, ma il contrario: è il dominio delle maggioranze, è la tirannia delle minoranze. Incitare al caos solo per un tornaconto politico, dunque, non può essere un’opzione.

Resta aggiornato

Invalid email address
Promettiamo di non inviarvi spam. È possibile annullare l'iscrizione in qualsiasi momento.

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.