L’odio, al via il mese dell’intifada antisemita: proteste in tutta Italia  

Ad un anno dal barbaro atto terroristico compiuto da Hamas sono stati annunciati una serie di iniziative dai collettivi studenteschi: la mobilitazione per l’ottobre dell’intifada. Non è bastata la guerriglia scatenata a Roma il 5 ottobre dal corteo pro Palestina dai “professionisti del disordine”, come definiti dal Viminale, si prospetta un mese di proteste e di scontri in tutta Italia. I facinorosi si nascondono sotto la bandiera della Palestina, dichiarano di manifestare a favore della pace, la verità è che sfruttano l’occasione per fare quello che gli riesce meglio: casino. Nel corteo di sabato i veri palestinesi non c’erano, coloro che davvero vogliono una soluzione si sono defilati dalla galassia pro-Hamas che ricomprende anarchici, centri sociali, black Block e collettivi studenteschi. L’obiettivo di questi finti pacifisti è creare disordini attaccando le Forze dell’Ordine e bloccando città, è ormai evidente che non siano a favore della causa palestinese ma semplicemente antisemiti. Sostengono gruppi terroristici, definiscono Israele uno stato terroristico, insultano la Polizia, lo Stato e il Governo, rimpiangono Nasrallah definendolo fratello (sì, il segretario generale degli Hezbollah che mandava a morte gli omosessuali e segregava le donne). Hezbollah che proprio oggi, nell’anniversario della strage del 7 ottobre, definisce Israele “un cancro che deve essere eliminato”. Aveva ragione il questore di Roma a vietare la manifestazione, la libertà di manifestare incontra un limite nell’incitazione alla violenza per motivi razziali o nazionali (in questo caso contro gli ebrei e gli israeliani). La legge Mancino regola i crimini d’odio: “chi propaganda idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico, ovvero istiga a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi; chi, in qualsiasi modo incita a commettere o commette violenza o atti di provocazione alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi; chi partecipa a o presta assistenza ad organizzazioni, associazioni, movimenti o gruppi aventi tra i propri scopi l’incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi”. 

Il Doppiopesismo della sinistra

La legge è chiara, allora perché la sinistra grida alla deriva autoritaria strumentalizzando la libertà di manifestare come descritta in Costituzione, perché si dà ragione ai violenti e non alla Polizia che tenta di garantire l’ordine pubblico e l’incolumità dei cittadini perbene. Mentre Giorgia Meloni condanna “i sedicenti manifestanti che usano ogni protesto per sfogare la loro assurda violenza” il silenzio di Schlein e compagni dà solo maggiore forza a questi gruppi organizzati che vogliono il caos, il dubbio è se questi gruppi fossero stati di estrema destra e non di estrema sinistra cosa avrebbero detto le opposizioni, il dubbio è se l’odio fosse stato rivolto contro islamici e comunità lgbt cosa sarebbe successo. Perché Alessandro Zan, promotore del ddl Zan e membro del Partito Democratico, si stracciava le vesti per la mancata approvazione del suo decreto legge che inaspriva le punizioni per i crimini d’odio ma resta in silenzio nei confronti dell’odio anti-israeliano. Visto il mese che si prospetta forse sarebbe ora di condannare gli ultras delle proteste e riportare il dibattito alla dialettica civile, non all’odio ideologico che è carburante per i pro-Pal. 

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Alessandro Guidolin
Alessandro Guidolin
Classe 1997, piemontese trapiantato a Roma. Laureato in giurisprudenza, appassionato di politica e comunicazione. “Crederci sempre arrendersi mai”

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