“Queste immagini mi hanno portato esattamente dove sono, l’ho raccontato tante volte. E’ in quel 19 luglio che ho deciso di impegnarmi in politica, perché ho pensato, davanti alle immagini di quella devastazione, che non si potesse rimanere indifferenti”. Così il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, parlando dell’omicidio di Paolo Borsellino nel corso dello speciale di Porta a Porta sulle mafie che è andato in onda ieri sera.
“Avevo 15 anni, mi aveva già colpito l’omicidio del giudice Falcone, il funerale. Era la prima volta che c’era stata una reazione popolare al tema della mafia” ma il delitto Borsellino “mi colpì ancora di più perché ho pensato spessissimo” che Paolo Borsellino “era perfettamente consapevole di come sarebbe andata a finire”, ha aggiunto Meloni.
“Sono estremamente fiera”, ha proseguito, del fatto “che il primo provvedimento” del governo “è stato difendere il carcere ostativo”, ovvero “uno degli elementi piu’ forti della legislazione antimafia, “rischiavamo di smontare una delle cose piu’ efficaci di cui l’antimafia dispone”.
E sul PNRR: “Il fatto che la mafia oggi sia meno visibile negli attentati, non vuol dire che non continui a fare i propri affari. Anzi. È un momento in cui abbiamo molti investimenti, il Pnrr, bisogna essere estremamente fermi. Usano le nuove tecnologie, usano qualsiasi cosa. Bisogna essere veloci e mettersi continuamente in discussione”.