Mes, la ratifica bocciata in Parlamento ma la sinistra finge di non saperlo

Da giorni lavora la macchina del fango mossa dalle opposizioni contro il governo. Ma la sinistra ignora che è stato il Parlamento a bocciare il Mes, come vuole la Costituzione

Nei giorni scorsi è stata attivata la solita macchina del fango contro il governo e contro, in particolare, il ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti. Il pretesto è stato quello del Mes, o meglio la ratifica della sua modifica. Secondo le opposizioni, infatti, la bocciatura del Mes così come concepito nella sua seconda versione “salva-banche” sarebbe un’occasione persa da parte del governo che, tra le tante altre cose, è stato anche accusato di ipocrisia sul tema. Tuttavia già si è parlato di come Fratelli d’Italia sia sempre stato contrario alla riforma del Mes e di come in realtà delle ambiguità siano arrivate dalle opposizioni e in particolare dal Movimento Cinque Stelle, che sul Mes sembra aver fatto più baldoria di tutti, cambiando opinione diverse volte: Conte, nel giro di un anno, quando era premier, è passato dal parere negativo a sottoscrivere la ratifica senza maggioranza parlamentare e a governo caduto, per poi fare di nuovo dietrofront votando no alla ratifica in Parlamento la scorsa settimana.

La questione adesso è diversa. A dispetto di chi continua a incolpare governo e Giorgetti sulla mancata ratifica del Mes, arrivano le parole di Antonio Rapisarda, giornalista di Libero, che questa mattina a Omnibus ha esposto con chiarezza qualcosa che, seppur ovvio, continua a essere ignorato dalle opposizioni: la ratifica del Trattato non è stato compito del governo ma, secondo la Costituzione e in particolare secondo l’articolo 80, sono le Camere, e quindi il Parlamento, che autorizzano con legge la ratifica dei trattati internazionali. Dunque, il governo ha delegato il Parlamento sul tema, com’è giusto che sia secundum legem, così che la scelta di ratificare o meno il Trattato avesse la maggior legittimazione democratica possibile. “Giorgetti nelle sue interlocuzioni all’Ecofin poteva aver detto qualunque cosa ai suoi interlocutori ma non dipendeva direttamente dal governo questa ratifica”: lo dice chiaramente Rapisarda. “Si sapeva che non c’era una maggioranza su questa ratifica e – rincara la dose – non c’era nemmeno nella scorsa legislatura, tant’è che il governo Draghi, sulla carta iper europeista, non ha ratificato in quella fase molto delicata e in cui ci sarebbe stata una maggioranza ampissima, ma invece non c’è stata”. Le parole di Rapisarda confermano l’ipocrisia di un’opposizione che, pur di inveire contro il governo, ignora il suo passato quando, da parte del governo, non si ebbe alcuna mobilitazione del genere sul tema del Mes, emergendo così il vero intento che si cela dietro tutto questa diatriba: “La drammatizzazione sul Mes – dice ancora Rapisalda – mi sembra un tema molto italiano, di ragionamenti interni alla politica italiana”. Insomma, il Mes è stato usato solo come strumento di propaganda contro il governo da parte delle opposizioni, e la stabilità e la neutralità con cui hanno reagito mercati, istituzioni europee e media economici confermano la pretestuosità delle argomentazioni delle varie forze di opposizione che poi, nella realtà dei fatti, non sono riuscite a fare fronte comune nemmeno su questo tema.

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