La cancelliera tedesca Angela Merkel, leader dell’Unione Cristiano Democratica di Germania (CDU), si sposta su un’Audi A8 corazzata, capace di metterla al sicuro dalla maggior parte degli esplosivi ma non dai “colpi” che le arrivano sempre più spesso dal principale alleato di governo, l’Unione Cristiano-Sociale di Baviera (CSU) e, in particolare, dal suo leader, l’attuale ministro degli interni tedesco, il potente e carismatico Horst Seehofer.
Che Seehofer vada nettamente in controtendenza sul tema dei migranti rispetto alle idee della Merkel è storia vecchia, ma che in proposito la discussione tra i due stia giorno dopo giorno salendo di tono e mettendo sempre più in crisi l’ Unionsparteien, l’Unione che governa la Germania, non era poi così scontato. C’era speranza che la diatriba si ricomponesse grazie alla buona volontà sia della Merkel che di Seehofer e in generale gli osservatori sembrano ottimisti almeno fino alla scorsa settimana, poi via via sempre meno, per arrivare al minimo storico dopo l’ultimo incontro della UE a Bruxelles a cui ha partecipato anche il nostro premier, Conte. A dimostrazione che le cose non vanno male, ma malissimo, le stesse parole della glaciale Angela, che l’altro ieri, durante la registrazione di un’intervista a ZDF, in proposito ha dichiarato: “Tutti sanno che è un serio problema”.
Poi, sabato sera, il ministro degli Interni e la Merkel si sono incontrati presso la Cancelleria per tentare di trovare una soluzione prima che la situazione precipiti del tutto e porti alla crisi di governo. La riunione tra i due si è protratta fino a tarda ora, quando la Merkel, uscendo, ha sinteticamente dichiarato che sia da parte sua che di Seehofer, c’è la volontà di ridurre l’immigrazione verso l’Europa e verso la Germania, e che le distanze erano più che altro sul governo dell’immigrazione una volta che l’accoglienza è stata concessa sul territorio nazionale.
In realtà, se la Merkel ha tentato di tutto per apparire positiva, e per lasciare immaginare che presto si arriverà ad un accordo, diverso è apparso l’atteggiamento di Seehofer che, già domenica pomeriggio, ha aspramente criticato e rigettato tutte le decisioni circa campi d’accoglienza che la Merkel aveva portato alla riunione di Bruxelles, annunciando di essere anche pronto a presentare la sue dimissioni se la cancelliera non rivedrà le sue decisioni. Nelle sue parole il ministro avrebbe richiamato il delitto con stupro di una quattordicenne di cui si è macchiato un migrante. “Non posso rendermi complice di queste situazioni”, ha chiarito Seehofer. Un vero affronto per la leader tedesca il suo visto l’asprezza delle parole, ma soprattutto la formalizzazione di una possibile crisi di governo che costringerebbe la Germania a tornare alle urne, e che forse condannerebbe la Merkel a una definitiva e dura sconfitta.
Così, il primo ministro dell’Assia, Volker Bouffier, esponente del CDU come la Merkel, prima di un incontro con altri dirigenti del partito ha esortato ognuno ad un’estrema prudenza. Bouffier avrebbe detto che se tutti faranno in modo di essere ragionevoli, l’Unione resterà salda, e ha poi lanciato un appello velato proprio a Seehofer sostenendo che irrigidimenti irragionevoli non farebbero del bene al paese e potrebbero rivelarsi “altamente imprudenti”.
La Merkel, da parte sua ha dichiarato: “Mi piacerebbe vedere la CDU e la CSU continuare a lavorare insieme. Perché siamo una storia di successo in Germania”, e soprattutto, aggiungiamo noi, perché senza questa possibilità il futuro di Angela potrebbe non essere politicamente semplice. A quel punto, però, il gioco è passato nelle sue mani. A lei decidere se accettare le dimissioni di Seehofer, continuare con la sua politica filo-immigrazione per quanto attualmente più contenuta, e consegnarsi a una certa crisi di governo, oppure accontentare il suo ministro degli interni, chiudere praticamente le frontiere e continuare ad essere la leader della Germania. Per ora la Merkel si è limitata a respingere le dimissioni di Seehofer. Per il resto, vedremo.