Per il Sunday Times Giorgia Meloni è la nuova “Regina d’Europa”

Meloni nuova “regina d’Europa”. Questo il titolo che il Times, nella sua celebre edizione domenicale, attribuisce a Giorgia Meloni.

L’analisi del giornale inglese mira a sottolineare non solo il rapporto Italia-Uk, anche in occasione della recente visita a Roma del Segretario di Stato per gli affari interni del Regno Unito, Yvette Cooper (intervenuta anche sul palco di Atreju), ma soprattutto alcuni importanti aspetti innovativi delle politiche messe in campo dal Presidente del Consiglio italiano, che hanno portato il nostro belpaese ad essere decisamente in forma, dentro e fuori i confini nazionali.

Meloni è diventata una delle figure chiave della politica europea e una voce influente della destra in tutto l’Occidente

“Meloni è diventata una delle figure chiave della politica europea e una voce influente della destra in tutto l’Occidente”, dice il Times, descrivendo il nostro Capo di governo.

“Quando la Meloni è salita al potere per la prima volta, nell’ottobre del 2022, si pensava che stesse cavalcando l’onda populista che stava investendo l’Occidente e alcuni si chiedevano quanto sarebbe durata in un Paese noto per la fragilità dei suoi governi. Eppure, a distanza di due anni, la Meloni è uno dei leader più sicuri dell’Unione Europea – e uno dei più influenti”, prosegue l’articolo apprezzando l’attuale stabilità politica del nostro Paese, che drammaticamente mancava da diversi anni. 

Su questo, Roberto D’Alimonte, professore di politica all’Università Luiss di Roma, ha dichiarato: “Giorgia Meloni è l’unico primo ministro di un grande Paese dell’UE che può aspettarsi di essere lì tra tre anni – è un tipo di stabilità per cui l’Italia non è nota”.

Piano italiano per la gestione dei migranti preso a modello anche dal Regno Unito

In particolare, secondo il Times, è l’approccio nei confronti del tema migranti ad avere più successo all’estero, dal momento che, come evidenziato sempre dal Professore d’Alimonte, “Lei è dalla parte giusta della questione giusta al momento giusto”.

In questo senso, una mossa vincente è stata senza dubbio quella dell’accordo che Meloni e von der Leyen hannostretto con la Tunisia per bloccare le partenze attraverso il Mediterraneo, il che tra l’altro ha contribuito a ridurre gli arrivi in Italia a circa 64.000 sbarchi quest’anno, meno della metà dei 153.000 registrati l’anno scorso. Va sottolineato poi che tale accordo non si concentra solo sull’applicazione della legge, ma “Meloni ha anche convinto il resto dell’UE a condividere maggiormente gli oneri relativi ai rifugiati. E si è anche concentrata sulla collaborazione a monte con i Paesi del Nord Africa per convincere le persone a non partire. La sua frase è che le persone dovrebbero avere ‘il diritto di non migrare’ piuttosto che sentirsi obbligate a farlo”, come rimarcato dal Times. Ed è proprio questo il fulcro della politica perseguita dal nostro Primo ministro, che sta permettendo di ottenere importanti consensi e risultati tangibili.

Tutto ciò sta rendendo più forte anche la cooperazione italo-inglese in tale direzione, tanto che la stessa Cooper proprio in queste giornate, ha discusso con la squadra di Meloni “i piani per lavorare con l’Italia per combattere i finanziamenti illeciti alle bande criminali che si nascondono dietro il traffico di migranti”.

Una partnership che quindi potrà dare i suoi frutti data l’esperienza, da un lato, dell’Italia “derivante da decenni di lotta alla mafia”, e di Londra, dall’altro, che ha “la migliore esperienza in Europa in materia di finanza oscura e riciclaggio di denaro.”

La Cooper ha poi tenuto a sottolineare come l’Italia abbia fatto “da apripista nel sollecitare una maggiore cooperazione in Europa per affrontare la migrazione e che i colloqui con il cosiddetto gruppo di Calais (Regno Unito, Francia, Germania, Paesi Bassi e Belgio) stanno mostrando progressi. C’è stato un vero e proprio cambio di marcia e l’Italia è stata una voce di spicco in questo senso”.

Giorgia Meloni è oggi vista come un “attore serio” nello scenario mondiale

Insomma, sembra proprio che dal resto del mondo la Meloni sia vista come “un attore serio”, come rimarcato da diverse personalità politiche e non solo. E ciò non perché sia la ‘novità’ del momento, come accadde due anni fa, ma perché nuovo pare essere il suo approccio nei confronti delle varie tematiche poste sul piatto del dibattito pubblico odierno.

Ad esempio, Donald Trump dopo l’incontro avuto con Meloni in occasione della riapertura della Cattedrale di Notre Dame a Parigi, l’ha definita “una leader e una persona fantastica”. E sempre sul versante americano, anche Elon Musk l’ha elogiata definendola “più bella dentro che fuori”.

Stando a quanto si apprende dal Times, poi, ci sarebbe anche un diplomatico britannico che ha affermato che il nostro Primo Ministro “sta mantenendo una posizione molto solida in un Paese dove l’opinione pubblica è francamente molto più equivoca”, e un ex funzionario di Downing Street che avrebbe dichiarato: “La cosa davvero importante di lei è che è di destra, ma è di destra atlantista – la destra della Thatcher”.

Infine, anche Lord Godson, in occasione della consegna del premio Grotius al Presidente italiano, ha evidenziato come lei sia stata in grado di “imprimersi nella coscienza del tempo in un modo che poche altre persone hanno fatto”.

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