Washington D.C. – Una svolta storica al Senato degli Stati Uniti: la maggioranza conservatrice ha ottenuto il via libera per bloccare i fondi federali a Planned Parenthood, la più grande organizzazione abortista americana. A dare il semaforo verde è stata la parlamentare del Senato Elizabeth MacDonough, che ha giudicato ammissibile l’emendamento repubblicano inserito nel nuovo maxipacchetto fiscale e sanitario.
La decisione rappresenta un colpo durissimo al business dell’aborto, che per anni ha goduto di milioni di dollari pubblici mascherati da “servizi sanitari” attraverso il programma Medicaid. Ora, grazie a una modifica dell’ultima ora, l’emendamento – riformulato per limitare la sospensione dei fondi a un solo anno – ha superato le restrizioni della Byrd Rule, permettendo la sua inclusione nella procedura di bilancio semplificata.
“I Repubblicani hanno ottenuto il via libera per procedere con il loro tentativo distruttivo di definanziare Planned Parenthood. È un colpo schiacciante per milioni di donne”, ha lamentato la senatrice democratica Patty Murray, portavoce di quella sinistra liberal che ha fatto dell’aborto una bandiera ideologica.
Ma la realtà è ben diversa: l’unico diritto calpestato per decenni è stato quello alla vita. Planned Parenthood ha incassato soldi pubblici per fornire “servizi” che hanno finito troppo spesso per sopprimere vite innocenti. Ecco perché, per i patrioti americani, questa vittoria al Senato è un atto di giustizia storica.
Una misura chirurgica contro l’industria dell’aborto
L’emendamento non nomina direttamente Planned Parenthood, ma stabilisce che qualsiasi clinica che esegue aborti non potrà più ricevere fondi Medicaid nemmeno per altri servizi. Nella pratica, l’unica realtà colpita è proprio Planned Parenthood.
Secondo i dati del Congressional Budget Office, la misura avrà un impatto contenuto sul bilancio (52 milioni di dollari in 10 anni), ma un impatto decisivo sul piano simbolico e culturale: una netta inversione di rotta dopo anni di sottomissione ai dogmi liberal.
Planned Parenthood ha già ammesso che oltre 200 cliniche potrebbero chiudere, il 90% delle quali in Stati dove l’aborto è ancora legale. Un altro duro colpo dopo la recente sentenza della Corte Suprema, che ha lasciato mano libera agli Stati per interrompere i finanziamenti pubblici al colosso abortista.
Il coraggio dei patrioti al Congresso
La battaglia parlamentare non è finita. Senatrici “centristi” come Susan Collins e Lisa Murkowski hanno espresso perplessità, ma il fronte conservatore è compatto. E soprattutto, ha il sostegno del popolo americano e del presidente Donald J. Trump, che non ha mai nascosto la sua determinazione a difendere la vita e la famiglia.
I democratici parlano di “guerra contro i diritti delle donne”, ma dimenticano che nessun diritto può fondarsi sulla negazione dell’essere umano più fragile: il nascituro. Le lacrime della sinistra fanno parte del copione, ma gli americani hanno scelto un’altra strada: quella del coraggio, della verità e del rispetto per la vita.
Il Senato degli Stati Uniti – oggi a guida patriottica – ha dimostrato che il cambiamento è possibile, che l’ideologia abortista non è invincibile e che il risveglio conservatore è in marcia.