Povertà, Rampelli (VPC-FdI): assistenzialismo insufficiente. Creare nuova ricchezza, investimenti e posti lavoro

“Un milione di poveri in più, indicati dall’Istat nel primo anno di pandemia, sono numeri da brivido. Da 4,6 milioni di poveri nel 2019 a oltre 5,6 nel 2020, praticamente escludendo i bambini si tratta di due italiani su dieci. Nuova povertà che riguarda oltre 2mln di famiglie e che ha colpito maggiormente autonomi e le partite Iva.
È il fallimento del reddito di cittadinanza, provvedimento bandiera dei 5 Stelle, che per usare le parole di Di Maio avrebbe dovuto ‘abolire la povertà’ ma così non è stato. Una misura improduttiva con gran parte dei poveri rimasti esclusi dalla copertura mentre i ‘non poveri’ – tra cui furbetti e perfino terroristi e boss mafiosi – ne hanno beneficiato.
Una distorsione sociale che non può contenere l’emergenza strutturale che in questo anno e mezzo di pandemia ha visto migliaia di imprese chiudere, lavoratori perdere il posto di lavoro e dipendenti finire in cassa integrazione. L’assistenzialismo continua a essere la degenerazione di un intervento che dovrebbe aiutare a crearsi un reddito e non sostituirlo. Per far ripartire l’Italia e sconfiggere la povertà occorre creare nuova ricchezza attraverso investimenti pubblici, abbattimento tasse, semplificazione, crescita e posti di lavoro”.

E’ quanto dichiara in una nota Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera e deputato di FdI.

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