Frank-Walter Steinmeier è un politico tedesco, ex ministro nei governi di Angela Merkel e soprattutto attuale Presidente federale della Germania. Se il suo nome non è noto al grande pubblico è perché il ruolo del presidente tedesco non è per niente equiparabile né al ruolo del cancelliere tedesco – attualmente Olaf Scholz – né a quello del presidente della Repubblica italiana, che pur non avendo poteri di indirizzo politico, è forte di un importante e indiscusso ruolo di garanzia, di scioglimento delle Camere, di costituzionalità. Un potere, insomma, “a fisarmonica”, che si amplia o meno a seconda della stabilità dell’esecutivo in carica.
Nonostante allora l’ordinamento tedesco sia un modello di diritto pubblico che assottiglia il ruolo del Presidente della Repubblica, il PD, preda della sua accecante furia anti-meloniana, propone proprio il cancellierato tedesco come base per la sua controproposta costituzionale, in risposta insomma alla riforma del premierato voluta da Fratelli d’Italia e dal centrodestra e il cui iter di formazione sta giungendo al termine. Un PD che, ormai sprovvisto di qualsiasi idea “originale”, privato degli ultimi cavalli di battaglia dal lavoro serio governo Meloni (cavalli di battaglia quali il voto ai fuorisede, la precarietà del lavoro e il sostegno ai redditi più bassi), sembra agire quasi per “ripicca” nei confronti dell’esecutivo. E, proprio come, salita a Palazzo Chigi una donna per la prima volta nella storia, ha cercato di dare alla propria segreteria un taglio più femminista, così adesso il PD tenta frettolosamente di rispondere al pressing della maggioranza sul premierato (una proposta storica della destra) presentando una vera e propria controriforma sul modello del cancellierato tedesco.
Com’è ormai noto, il Nazareno oppugna la proposta del centrodestra specialmente in merito al nuovo ruolo del Presidente della Repubblica. A nulla sono servite le rassicurazioni della maggioranza: i dem temono che il Presidente della Repubblica venga relegato a semplice spettatore della questione politica, che la sua funzione di garanzia venga del tutto eliminata e che il suo ruolo sia irrimediabilmente dimezzato. Temono che, insomma, il premierato sia, in qualche modo, un primo passo verso il ritorno al totalitarismo. E per avvalorare la loro tesi, propongono altri racconti, talvolta anche infondati, come quello su una presunta rottura tra Palazzo Chigi e il Colle.
In risposta al premierato, allora, l’ideona dei dem: il cancellierato alla tedesca. Ma, come spesso accade a sinistra, il PD si ritrova in quel classico cortocircuito alimentato dalla sua intrinseca ipocrisia. Torniamo, a questo punto, al discorso sul presidente Steinmer: proprio da quelli che vogliono difendere i poteri del Presidente della Repubblica italiana, arriva la proposta di adottare una forma di governo, quella tedesca, che invece taglia completamente i suoi poteri. La verità è solo una, e cioè che, dietro le storielle e i finti pretesti creati ad hoc dai dem, la più grande paura del PD è quella di lasciar scegliere completamente e concretamente ai cittadini da quale partito e da quale presidente vogliono essere governati. Il nocciolo della questione è tutto lì: il premierato voluto dal centrodestra non è altro che una forma di legittimazione diretta del Presidente del Consiglio, che si ritroverebbe a governare finalmente grazie al voto dei cittadini, e non più con il compromesso di chissà quanti partiti volenterosi soltanto di spartirsi qualche poltrona. È questo che, in realtà, spaventa il PD che, con la scusa di difenderlo, sceglie di giocare con l’istituzionalità della figura del Capo dello Stato.
Vivo da 33 anni in Italia che è diventata la mia seconda Patria e ho sempre seguito il dibattito e la vita politica del Paese. Non mi ricordo mai, periodo di Berlinguer a parte, una Sinistra così persa, smarrita e con un Leadership così debole come adesso. Sonno in balia di paure, improvvisazioni e proposte inadeguate da quando si sonno persi in un labirinto di tunnel e non vedono la luce in fondo.
Il Premierato è una scelta coraggiosa di chi non ha paura del voto degli Italiani. Realizzarlo vuol dire di rafforzare la stabilità e la governabilità della Nazione. Rimangono intoccabili il ruolo e la funzione di arbitro della Costituzionalità del operato del Governo da parte del Presidente della Repubblica.
Dalla Sinistra ci aspettiamo un opposizione più funzionale e leale nel interesse della vita politica del Paese.
Alush Lluga
L’avversione della sinistra per il premierato ha origini antiche, ed è nella visione marxista dello “Stato borghese” che deve essere debole per poter meglio essere combattuto.
Naturalmente invece quando la sinistra è al potere deve essere forte e inattaccabile dai nemici di classe, e quindi la sinistra marxista ha sempre generato dittature.
Da noi la debolezza dello Stato voluta dalla sinistra ha sempre avuto il compito di generare clientele e pastoie dove sindacati e conventicole varie della sinstra potessero intanarsi e ingrassarsi a spese di chi lavora.
Forza Meloni!
Solo un ulteriore suggerimento, se mai fosse possibile: in diversi grandi paesi europei il premier eletto sceglie i ministri e li dimette, se necessario.
Che senso ha che sia il Presidente della Repubblica a nominare i Ministri?
Nei Comuni il Sindaco sceglie gli Assessori, anche tra non-eletti.
Per gestire un Ministreo ci vuole competenza, l’indirizzo politico lo da il Premier.
Questo sarebbe a mio modo di vedere il giusto compimento della riforma del premierato, con buona pace dei “manuali Cencelli” che avvalendosi della debolezza del Premier hanno sempre imposto in Italia la spartizione dei ministreri tra lobbies, alla faccia del volere dell’elettorato.
Con affetto
Alessandro