Presunzione radical-chic: il Domani dà degli incapaci a FdI, ma poi cade sulla grammatica

Lunedì 19 agosto. La rassegna stampa di oggi è caldissima, e non per la stagione estiva. Tra i temi maggiormente, la polemica su Arianna Meloni e le indiscrezioni sull’apertura di indagini con l’accusa di traffico di influenze. Ma si dà spazio anche alla morte di Alain Delon, il divo francese scomparso ieri a 88 anni.

Il Domani, nella sua solita e ormai nota linea editoriale puramente e assolutamente anti-governativa, dedica il titolo più importante alla questione Rai, alla vicenda dei giornalisti della TV pubblica rimasti bloccati in Russia, la cui vicenda “evidenzia – si legge – l’assenza di una classe dirigente affidabile”. La cantilena è sempre la stessa: quella sul fatto che la Meloni sarebbe contornata da inetti, arrivati a quel determinato incarico per conoscenza, amicizia, parentela, raccomandazione insomma, e non per merito. “Tra fedelissimi inadatti e parenti raccomandati – si legge ancora -, dopo due anni la macchina del governo si sta inceppando”. È molto forte il titolo dedicato a questo guazzabuglio di tesi strambe e insinuazioni che non hanno nessuna rappresentazione nella realtà: “Pasticci Rai, inchieste e impasse in Ue. Tutti i danni degli incapaci di Meloni”.

Li definisce incapaci, il Domani, gli uomini che affiancano Giorgia Meloni e che compongono il suo partito, Fratelli d’Italia, che è stabilmente, da più di due anni, il primo partito della Nazione, in costante crescita e senza mai aver dato alcun segnale di tentennamento. Ma basta guardare appena sotto quel titolone dato in pasto ai suoi lettori, frutto del classico sensazionalismo unito all’ideologia politica, per far crollare tutta quell’enorme tesi semi-complottistica costruita e sostenuta nel pezzo. Un altro titolo recita “Putin adesso teme le minaccie interne”, pubblicato questa mattina nella noncuranza e nella distrazione generale. La distrazione di non essersi accorti della “i” di troppo nella parola minaccie, che non la richiede. Come insegnano alle elementari, che trasformando al plurale le desinenze “cia” e “già”, la “i” si perde se la desinenza stessa è preceduta da altra consonante, mentre la mantiene se è preceduta da vocale. Ed è strano come nessuno in redazione, nel giro enorme che un articolo e un titolo fanno prima di essere pubblicati in forma cartacea, se ne sia accorto.

Semplice distrazione o ignoranza delle più basilari regole grammaticali? Probabilmente (e lo speriamo) la prima, anche se quell’errore fa cadere totalmente la tesi riportata poco sopra. Perché se uno vuole permettersi il privilegio di giudicare il lavoro altrui (con tesi, peraltro, fallaci), deve prima guardarsi alle spalle e controllare al suo interno, per verificare che sia tutto in ordine. Da certe persone, insomma, è impossibile accettare la ramanzina. È il classico errore di presunzione da radical-chic.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.