“Ho avviato stamattina la discussione generale in Aula sul salario minimo senza che si sia potuto procedere all'esame degli emendamenti e al conferimento del mandato alla relatrice, la collega Marta Schifone. Come maggioranza stiamo lavorando per perfezionare le nostre proposte. Il tema dei salari è nella nostra agenda politica. Vogliamo dare risposte adeguate e dignitose ai lavoratori, non strumentali e inattuabili. A mio avviso la strada da percorrere dovrebbe essere quella dell'obbligo di estensione dei contratti collettivi nazionali maggiormente applicati a tutti i settori, con un focus sulle gare alla migliore offerta anche e non solo nell'alveo della Pubblica Amministrazione oltre che alla detassazione dei premi produttività. Sul salario minimo, misura proposta dalle opposizioni, non capisco come mai in 10 anni i ministri del lavoro del centrosinistra come Giuliano Poletti, Enrico Giovannini, Andrea Orlando, Nunzia Catalfo e Luigi Di Maio non hanno mai calendarizzato il tema, non sono praticamente intervenuti su questa materia. Quindi alla sinistra e ai 5 Stelle le idee vengono quando non governano. Ne hanno avuto di tempo per realizzare quanto noi oggi stiamo predisponendo, è chiaro che hanno preferito sprecare quel tempo a disposizione, mentre noi lo stiamo mettendo a frutto. Ribadisco, come già detto più volte, che devono essere le associazioni datoriali e i sindacati, la contrattazione, a stabilire l'entità del salario minimo. Non può essere la politica a stabilire per legge il valore di un salario minimo legale, altrimenti si rischia, in particolare nei casi in cui ci sono contratti che prevedono soglie minime più alte, di introdurre un meccanismo al ribasso”. Lo dichiara in una nota il Presidente della Commissione Lavoro della Camera, On. Walter Rizzetto (FdI).