Al suo apparire nel V secolo a.C. circa la Sofistica si configurò come pura tecnica retorica. Era la prima volta che il “sapere” veniva usato, dando scandalo, per fini personali anche di natura economica e non necessariamente e unicamente teso alla ricerca del vero per puro amore del sapere come invece faceva la “filo-sofia”. Nel corso della storia questa scuola di pensiero riapparve una seconda volta in Asia Minore tra il I e il IV secolo d.C. in continuità con la prima sofistica. Oggi, con l’avvento del relativismo etico e cognitivo germinato con il soggettivismo cartesiano dell’età moderna per cui una cosa è “vera” se, e soltanto se, appare chiara ed evidente alla coscienza, sembrerebbe essere maturata quella che si potrebbe definire la “terza era della sofistica” nella sua versione più corrotta rispetto al passato.
Il panorama politico contemporaneo sta esercitando una pericolosa abitudine dell’uso improprio e arbitrario del linguaggio unicamente teso a perorare una tesi piuttosto che un’altra indipendentemente dal valore oggettivo di verità a cui queste riferiscono. Nel particolare, per fare un esempio tra i tanti che si potrebbero fare, il dibattito attuale sulla questione del Salario Minimo.
Da quando le opposizioni, ad eccezione di Italia Viva, presentarono a luglio 2023 una proposta di legge sul salario minimo, il Governo Meloni ha immediatamente cominciato un lungo iter di confronto con le opposizioni per collaborare insieme verso una risoluzione del problema. A seguito della profonda divergenza di opinioni sia nel campo politico sia in quello professionale e accademico, il Governo ah chiesto al CNEL, il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro, una relazione tecnica che potesse essere di ausilio per dipanare l’ardua questione. A seguito della bocciatura anche da parte del CNEL del Salario Minimo in un contesto quale quello italiano in cui funziona operosamente già bene la Contrattazione Collettiva Nazionale del Lavoro (CCNL) il centrosinistra è insorto contro la presentazione di Fratelli d’Italia di un emendamento sostitutivo al disegno di legge presentato dalle opposizioni lo scorso luglio minacciando ostruzionismo a oltranza per continuare la loro battaglia sul salario minimo.
Mettendo da parte il fatto che in tanti anni di Governo il Centrosinistra non ha mai presentato un disegno di legge sul salario minimo mentre ora sembra il loro vessillo più importante e imprescindibile, l’atteggiamento di non tenere conto di nessun parere, nemmeno quello degli esperti preposti a ragionare sul tema, tradisce un pericoloso e preoccupante approccio ideologico alla questione. Purtroppo uno schema già visto, sia quello delle Fake News, sia quello dell’ideologia, da parte della sinistra che evidentemente non avendo più argomenti concreti da spendere possono utilizzare solo le bieche armi dell’opposizione e dell’ostruzionismo ciechi. Una sinistra dalla memoria corta oltretutto, in quanto una proposta simile a quella odierna del Centrodestra fu fatta anche dal Ministro Andrea Orlando, esponente del PD e Ministro del Lavoro dell’allora Governo Draghi, che voleva legare il minimo salariale ai minimi di categoria già diffusamente riflettuti dalla Contrattazione Collettiva Del Lavoro. Fratelli d’Italia condanna l’approccio ideologico che le opposizioni stanno tenendo sul salario minimo. Data la complessità del tema, infatti, il Governo ha manifestato immediatamente la volontà di coinvolgere tutti gli attori interessati ascoltando i sindacati, le opposizioni e richiedendo al CNEL, in quanto autorità super partes, un’analisi tecnica della questione. Infatti, già ad Agosto 2023 il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha dichiarato, ancora una volta, l’attenzione e l’impegno che il Governo ha posto e pone nel concentrarsi sui salari e nell’aiutare le famiglie dal punto di vista economico.
Il Presidente ha iniziato un confronto con le opposizioni, partendo dalla proposta specifica del salario minimo, ma ha sottolineato la necessità di affrontare il problema nella sua complessità proponendo un dialogo più ampio coinvolgendo il CNEL e ha espresso la disponibilità a lavorare insieme per trovare soluzioni efficaci. Inoltre sottolinea che il salario minimo da solo potrebbe non essere sufficiente a risolvere il problema del lavoro povero. La complessità del concetto di “lavoro povero” manifesta la necessità di affrontare il problema della crescita economica come chiave per garantire salari e redditi adeguati. Il Governo infatti ha inciso sulla crescita economica raggiungendo alcuni risultati positivi come i record di occupazione, contratti stabili, il taglio del cuneo fiscale, le agevolazioni alle imprese e alle famiglie. Fratelli d’Italia concorda con il Governo ritenendo che una risposta semplice a un problema complesso potrebbe causare più danni che benefici, evidenziando la necessità di affrontare la questione con una visione più ampia. Fratelli d’Italia sostiene il Governo e il Presidente Meloni continuando a lottare per ottenere il meglio per i propri cittadini senza alcun approccio ideologico attraverso il perseguimento di un “salario adeguato” piuttosto che un “salario minimo”, non adatto al sistema economico e datoriale italiano, come anche espresso dal parere tecnico degli esperti che hanno bocciato il salario minimo a favore dell’ampia copertura già esistente in Italia della contrattazione collettiva nazionale.