La diplomazia del telefono funziona, possibili negoziati per il cessate il fuoco tra Russia e Ucraina. La telefonata Trump Putin, avvenuta dopo un breve colloquio telefonico tra il presidente americano e Zelensky, apre a spiragli di pace. Nella serata di ieri il Tycoon sul suo social Truth scrive: “Il colloquio è andato molto bene, toni eccellenti. Mosca e Kiev inizieranno immediatamente le trattative verso un cessate il fuoco e, ancora più importante, per la fine della guerra”. Dopo la telefonata il presidente americano ha informato dell’esito il presidente ucraino Zelenky, la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, la premier Giorgia Meloni, il presidente francese Macron, il cancelliere tedesco Merz e il presidente della Finlandia Stubb. In una nota di Palazzo Chigi arriva la conferma della telefonata e la disponibilità dell’Italia ad essere al centro delle trattative: “Si lavora per un immediato avvio dei negoziati tra le parti che possano condurre il prima possibile ad un cessate il fuoco e costruire le condizioni per una pace giusta e duratura in Ucraina. Al riguardo, è stata considerata positivamente la disponibilità del Santo Padre ad ospitare i colloqui presso il Vaticano. L’Italia è pronta a fare la sua parte per facilitare i contatti e lavorare per la pace”. Trump ha accolto positivamente la proposta di colloqui al Vaticano, centrale la figura di Papa Leone XIV che sin dal suo primo discorso pubblico ha posto la pace al centro di ogni cosa, una pace “disarmata e disarmante”.
Putin: “Colloquio informativo, franco e molto utile”
Sembrano esserci aperture anche da parte di Mosca, Putin ha definito il colloquio con Trump “informativo, franco e molto utile” dicendo di essere favorevole ad una “risoluzione pacifica della crisi ucraina”. “La Russia proporrà ed è pronta a lavorare con la parte ucraina su un memorandum su un possibile futuro accordo di pace con la definizione di una serie di posizioni – ha detto Putin -. Come, ad esempio, i principi della soluzione, i termini di un possibile accordo di pace e così via: compreso un possibile cessate il fuoco per un certo periodo di tempo se vengono raggiunti gli accordi pertinenti”.
Non si è fatto attendere il commento di Zelensky: “L’Ucraina è pronta a negoziare direttamente con la Russia in qualsiasi formato che porti risultati. Turchia, Vaticano, Svizzera: stiamo valutando tutte le sedi possibili – ha scritto su X -. Non è necessario convincere l’Ucraina e i nostri rappresentanti sono pronti a prendere decisioni concrete durante i negoziati. Ciò che serve è una disponibilità analoga da parte della Russia a impegnarsi in colloqui significativi”. Nel frattempo oggi arriveranno nuove sanzioni dell’Unione Europea contro la Russia, probabilmente le ultime, le altre per il momento saranno congelate in attesa dei possibili negoziati.
Italia al centro della diplomazia
Venti di tregua con Roma al centro delle trattative. Dopo il trilaterale sul tema dei dazi organizzato domenica dalla premier Meloni a Palazzo Chigi, con il vicepresidente Usa Vance e Von der Leyen, potremmo vedere un incontro per la pace in Ucraina al Vaticano, su iniziativa di Papa Leone XIV. Il funerale di Papa Francesco e la messa di inizio Pontificato di Papa Prevost si sono rivelate occasioni per incontri internazionali e per aprire uno spiraglio per la pace giusta e duratura che tutti chiedono così da porre fine alla guerra in Ucraina. Una serie di eventi che riportano l’Italia nel cuore della diplomazia internazionale, una ritrovata centralità su cui punta Giorgia Meloni, sperando che tutte le strade portino a Roma e alla pace.
La solita commedia, alla quale il Sig. Trump sembra aderire, non saprei se per mancanza di interesse alla difesa dell’occidente libero (sembra più interessato al business personale o USA) o per incapacità negoziale.
Putin non fa che prendere tempo sperando nel tracollo dell’Ucraina, dopo di che tratterà alle sue condizioni, che ha già anticipato: Ucraina mutilata dei suoi territori, impossibilitata a difendersi, “Stato vassallo” della Russia.
E’ curioso come i più accaniti avversari italiani di Trump in pratica seguano la stessa linea: no alle spese militari per l’Ucraina, chiacchere su negoziati fasulli.
Putin si fermerà solo quando sarà perdente sul campo di battaglia.
Giorgia lo disse subito: la pace è frutto della deterrenza.
Se la Russia, e con la Russia una ampia congerie di Stati canaglia che vogliono imporre con la forza il loro predominio, non prova sul suo territorio, sulle sue perdite e sui danni all’economia, il fallimento della sua politca aggressiva, continuerà ad aggredire, facendosi beffa di quanti parlano di pace senza la volontà di imporla.
Durante l’incontro di Yalta restò famosa la battuta di Stalin: quante divisioni ha il Papa?
Vale anche oggi, non facciamoci illusioni.
con affetto
Alessandro