Mancano poche ore all’avvio del 2025.
E si preannuncia un nuovo inizio decisamente frizzante. In particolar modo sul piano internazionale. E lo si capisce bene se si guarda alle vicessitudini che stiamo vivendo.
Non solo continua il conflitto sul territorio russo-ucraino, non solo prosegue la tensione in Medio Oriente, ma ora si è aggiunta anche la crisi in Siria e in Libano. Per di più, perdura l’Instabilità dell’Iraq e della Libia.
Senza dimenticare le oramai interminabili guerre civili nell’intero continente africano, da quella in Congo a quella in Sudan.
Con l’aggiunta anche di una notevole fragilità di alcuni sistemi democratici europei (vedi le ultime elezioni annullate in Romania).
I cambiamenti dell’assetto internazionale
A tutto ciò vanno anche aggiunte alcune tappe fondamentali che si sono verificate in questi ultimi dodici mesi e che hanno determinato- o determineranno- un assetto del tutto diverso nello scacchiere globale.
A partire dalle elezioni del nuovo Parlamento europeo, dove vi è stata una vera e propria vittoria dei conservatori in Ue. Vittoria che si è in parte riflettuta anche nelle nuove nomine della Commissione Europea, dove l’Italia ha tra l’altro giocato un ruolo di primo piano con l’ex ministro Raffaele Fitto, oggi vice commissario esecutivo dell’organo Ue.
Infine, l’elezione per la presidenza Usa, che da gennaio vedrà la nuova guida del presidente repubblicano Donald Trump. Una elezione fatta di colpi di scena -letteralmente- e con un finale inaspettato per quelli che ancora credevano che per trionfare fosse sufficiente assoldare un esercito di influencer e star di spicco.
Il 2025 sarà un anno ricco di incognite ancora da risolvere
Il 2024 è stato senza dubbio uno degli anni più complessi degli ultimi decenni, nel corso del quale si sono succedute sfide una dietro l’altra. Non sempre semplici da interpretare e ancora meno da risolvere.
In tutto ciò appare dunque molto difficile prevedere come si potrà riequilibrare questo grande disordine mondiale, espressione di un contesto sempre più fragile, instabile, eppure molto più interconnesso e interdipendente rispetto al passato.
Il 2025 si aprirà così con una serie di prove da dover necessariamente affrontare e con una moltitudine di incognite a cui sarà necessario rispondere, prima o dopo.
In questa nuova tornata toccherà anche all’Italia assumere un ruolo attivo, così come d’altronde sta facendo sin dall’inizio di questa legislatura.
Tanto che nell’ultimo anno sono stati più di quaranta gli incontri ufficiali tenuti a livello bilaterale e multilaterale, e più di trenta i vertici internazionali a cui ha partecipato il nostro Presidente del Consiglio. Sintomo di una politica estera più che mai attiva e pronta ad interfacciarsi con un mondo in costante cambiamento ed evoluzione sotto ogni punto di vista. Rivelandosi sempre sorprendentemente all’altezza delle situazioni.
Ed esattamente questa sembra essere ad oggi la forza dell’Italia, che sebbene relativamente piccola da un punto di vista prettamente territoriale, ha un potere geopolitico enorme, essendosi finalmente riuscita a riabilitare a livello sovranazionale, rivestendo un ruolo da attore primario, che si prospetta saprà proseguire anche nel prossimo futuro.