Dall’ultimo incontro avvenuto odiernamente tra il Cancelliere tedesco Olaf Scholz ed il Primo Ministro inglese Keir Starmer, traspaiono due visioni interessanti: in primo luogo nessuno dei due sembra comprendere il distanziamento tra Inghilterra e Germania dovuto alla Brexit. Per secondo, invece, sembra che nessuno dei due abbia bene a mente il programma di sostegno verso l’Ucraina.
Partiamo dal presunto concordato tra i due stati che – stando alle affermazioni dei due leader – dovrebbe verificarsi già nei prossimi mesi: sembra che l’obiettivo di Gran Bretagna e Germania sia effettivamente quello di recuperare i rapporti sfilacciati dopo l’uscita del primo paese dall’UE. Scholz avrà pensato di aver visto lungo sulla questione, poiché con i conservatori non c’era modo di interagire più di tanto, adesso l’obiettivo del Premier socialdemocratico tedesco sarà quello di tessere nuove relazioni con i suoi omologhi in fatto di ruoli ed idee. C’è un problema di fondo: a quanto pare anche Starmer vorrebbe lo stesso, ma non avrebbe alcuna intenzione di tornare indietro sulle decisioni prese in merito al referendum per la Brexit. Anche qui i fattori sono due: il PM inglese potrebbe essersi convinto del cambio di rotta avvenuto negli anni precedenti. Nel secondo caso, per evitare l’indisposizione del popolo nei suoi confronti – date le ultime proteste in piazza sulla criminalità, sfociate nel delirio – sta cercando di trovare la quadra per evitare per il neo-governo perda la sua stabilità.
Nel caso di Olaf Scholz la questione non è poi tanto distante da quella del corrispondente inglese: la ricerca di un appoggio aldilà dell’UE indica la possibilità che l’attuale amministrazione tedesca si senta in qualche modo minacciata, visto il malcontento della popolazione e l’ondata di una destra più forte elettoralmente rispetto agli anni precedenti. Dunque, la riduzione di una distanza dalla GB e la tessitura di nuovi rapporti sembra aver ingolosito non poco i progressisti tedeschi. Bisognerà poi constatare se questo matrimonio sia o meno effettuabile nel concreto, ora sembra troppo presto per dirlo. Peraltro anche Scholz sembra soffrire parecchio la questione migratoria, basti pensare all’ultimo attentato al festival di Solingen: una tragedia simile non è passata minimamente inosservata tra le penne dei quotidiani europei e soprattutto tra l’opposizione.
Sulla questione Ucraina entrambi sembrano determinati a fornire il proprio supporto per quanto necessario. Tuttavia, i due Leader hanno dichiarato che sulle forniture d’armi non ci siano nuovi sviluppi interessanti. Complimenti, magari articolare un po’ meglio il pensiero non guasterebbe agli occhi del pubblico mediatico e dei popoli che li ascoltano. Prevedibile comunque questo mancato sbilanciamento approfondito, forse tutti e due confidano nel miracoloso intervento diplomatico di Trump in vista delle elezioni americane a Novembre? Chi può dirlo, leggere nel pensiero degli altri è una dote veramente molto rara.
Quel che preoccupa sono in particolare le decisioni di Starmer su Kiev e sull’immigrazione: nel primo caso sembra voler seguire il programma dei Tories prima di lui, dall’altra ha deciso di cestinare il piano Ruanda cercando uno stratagemma nuovo, suggeritogli dall’ex- premier laburista Tony Blair: disporre nel minor tempo possibile un piano per il controllo delle migrazioni. Tanto valeva per gli inglesi tenere al proprio posto i conservatori, l’attuale esecutivo ha le sembianze di tutto meno che di un governo rock. Comunque vada, non servirà a nulla frenare gli ingressi illegali in Inghilterra, se gli investimenti sulla pubblica sicurezza si rivelano perennemente utili quanto un bicchiere di sabbia nel deserto.
Scholz, in questo momento, non può far altro che osservare la situazione e cercare uno spiraglio laddove possibile per cercare di rallentare in ogni modo la propria retrocessione. Un monito per il cancelliere tedesco: l’Inghilterra non è l’Africa, fallire con un paese continentale rischia di essere un’onta non da poco. Al contrario, un piccolo trionfo dimostrerebbe soltanto che l’attuale maggioranza tedesca abbia svolto semplicemente il proprio lavoro. Tra sinistre liberali si capiscono, oppure no? Staremo a vedere.