1000 giorni di Giorgia. 1000 giorni di buongoverno

Ma pensa, colei che doveva durare poco al governo della Nazione, l’underdog di destra, e che sarebbe dovuta scappare da Palazzo Chigi perché travolta da tsunami economico-finanziari e isolamento internazionale, ha già raggiunto quota mille! Giorgia Meloni governa l’Italia da 1000 giorni e, naturalmente, continuerà la medesima attività sino alla scadenza della legislatura. Le sinistre e i loro accoliti televisivi e giornalistici, una volta preso atto con sgomento, nel 2022, della vittoria elettorale del centrodestra trainato da Fratelli d’Italia e da Giorgia Meloni, hanno iniziato a gufare in ogni maniera, e non escludiamo i riti voodoo e le bambole trafitte da spilli, affinché la prima prova di governo della ragazza della Garbatella e di una destra nuova, conservatrice e patriottica, fallisse con clamore e in tempi “renziani”, cioè, molto brevi. Come abbiamo visto e stiamo vedendo, è successo l’esatto contrario di quanto prefigurato o sognato dagli iettatori di sinistra. Il Governo Meloni ha senz’altro avviato i motori in un momento storico pessimo in cui ancora influivano i danni prodotti dalle chiusure di tante attività commerciali decise durante il Covid e i guasti al bilancio dello Stato provocati dalle politiche irresponsabili dei governi retti o partecipati dal Partito Democratico e dal Movimento 5 Stelle.

Poi, la guerra in Ucraina e la spinta inflazionistica globale che, ovviamente, non ha risparmiato l’Italia, ma il Governo Meloni c’è ancora, concluderà il proprio mandato alla fine della legislatura e la riconferma di Giorgia Meloni a Palazzo Chigi nel 2027 non è solo un sogno di noi aficionados, bensì corrisponde ad una possibilità più che concreta. In ogni caso, anche oggi la situazione mondiale, politica ed economica, non è delle più semplici perché, al conflitto in Ucraina, peraltro ancora in corso, si sono aggiunti gli attacchi terroristici di Hamas in Israele del 7 ottobre 2023 e la guerra nella Striscia di Gaza, e l’inflazione rimane una brutta bestia da domare, tuttavia, l’Italia resta governata da un esecutivo stabile e forte del consenso popolare. Come mai proprio l’Italia, che in passato è stata a più riprese una delle Nazioni occidentali più caotiche e ingovernabili, gode oggi di un equilibrio politico assai migliore di quello, per esempio, di Francia e Germania? La risposta sta nel fatto che si sia, diciamo così, celebrato il millesimo giorno di permanenza del Governo Meloni e che non si sia trattato e non si tratti di una permanenza immobile, utile solo a scaldare la sedia. Si può durare nella stanza dei bottoni, magari senza fare troppo per evitare di disturbare caste e poteri, e per garantirsi una navigazione quieta e una sopravvivenza sicura. Però, questo non è stato e non è il caso del Governo di Giorgia Meloni, che, nonostante le avversità interne ed internazionali, è riuscito finora a decidere, fare, realizzare, scansando l’immobilismo e il piagnisteo.

Il tempo corre veloce e a volte si rischia di dimenticare ciò che è avvenuto solo l’anno prima, quindi, non fa male un breve riassunto riguardante le cose fatte dal Governo, dal 2022 ad oggi, e quelle che sono in uno stato avanzato dei lavori. Appena insediatosi, l’esecutivo dei conservatori ha innalzato il limite sull’uso dei contanti per ridare libertà agli italiani e ha fermato la pericolosa macchina da guerra mangiasoldi costruita da PD e M5S con la radicale revisione del Reddito di Cittadinanza e lo stop al Super bonus edilizio. Ha iniziato a mettere mano alla pesante imposizione fiscale che ha sempre tarpato le ali dell’Italia con la riforma delle aliquote IRPEF, una Flat Tax iniziale per alcuni settori come le Partite IVA forfettarie e la riduzione del cuneo fiscale in busta paga, ma sulle tasse si continuerà fino a realizzare quel fisco amico ambìto dalla destra, la quale si differenzia dalla sinistra classista e punitiva. In un Paese come il nostro, che ha visto di tutto e, in ultima istanza, le politiche “allegre” dei grillini, non si può fare altro che smontare il carico fiscale un pezzo alla volta, ma ad ogni conquista, ad ogni tassello, non si torna più indietro. Le politiche del Governo Meloni sul lavoro hanno generato in due anni e mezzo un milione di occupati in più e migliorato la qualità con il sorpasso dei contratti a tempo indeterminato su quelli a termine. Non si tratta solo di una convinzione della premier, espressa al congresso della CISL, ma stiamo parlando di una realtà certificata da ISTAT e INPS. Gli sbarchi di immigrati clandestini presso le coste italiane hanno cessato di essere un’emergenza con gli accordi presi da Roma con i Paesi di partenza dei cosiddetti barconi, Tunisia e Libia, e tramite l’utilizzo dei centri di accoglienza in Albania, tanto demonizzati dalle sinistre e oggetto di tentativi di sabotaggio da parte di alcuni magistrati.

Le riforme istituzionali, il premierato per dare ai cittadini il potere di scegliere il governo della Nazione e assicurare all’Italia stabilità e governabilità, e la Giustizia per liberare la magistratura dalla politica, stanno compiendo passi importanti in Parlamento. Il Senato ha approvato gli articoli 2 e 3 del ddl Nordio, inerenti la separazione delle carriere dei magistrati e l’istituzione di due CSM, uno per la magistratura requirente e l’altro per quella giudicante. L’Italia, un tempo appena sopportata in Europa e in Occidente, si è presa il posto che le compete come voce ascoltata nel Vecchio Continente e come elemento di unione e dialogo fra l’Unione Europea e gli Stati Uniti, lasciando perdere i radicalismi ideologici anti-occidentali cari a Elly Schlein e Giuseppe Conte, anche per quanto riguarda lo Stato di Israele. 1000 giorni di permanenza a Palazzo Chigi, ma in perenne movimento.

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Roberto Penna
Roberto Penna
Roberto Penna nasce a Bra, Cn, il 13 gennaio 1975. Vive e lavora tuttora in Piemonte. Per passione ama analizzare i fatti di politica nazionale e internazionale da un punto di vista conservatore.

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