2 luglio 1993: la battaglia del Pastificio. Il ricordo di Gianfranco Paglia

Era il 2 luglio 1993 quando il contingente italiano di stanza in Somalia impegnato in una missione delle Nazioni Unite si trovò coinvolto in uno scontro passato alla storia come “la battaglia del Pastificio”.  Era stato deciso di effettuare, nella zona a nord di Mogadiscio, un rastrellamento alla ricerca di armi. Nei pressi di un pastificio Barilla abbandonato, dove era presente un posto di blocco, una delle due colonne meccanizzate rimase vittima di un’imboscata: al termine dei combattimenti sul terreno restarono purtroppo i corpi di tre giovani soldati italiani: Pasquale Baccaro, Stefano Paolicchi e Andrea Millevoi. Diversi, inoltre, i feriti. Tra loro il tenente colonnello Gianfranco Paglia, che nell’occasione si rese protagonista di un atto – il tentativo di salvataggio dell’equipaggio di uno dei blindati italiani rimasti bloccati – che gli valse la massima decorazione al valore militare.

Ed è proprio Gianfranco Paglia che oggi, nell’anniversario di quel drammatico episodio, scrive sui social un messaggio che riportiamo per intero: “Non smetterò mai di ricordare ciò che accadde il 2 luglio 1993 a Mogadiscio durante la Battaglia del Pastificio e non smetterò mai di dire che Andrea Millevoi, Pasquale Baccaro, Stefano Paolicchi saranno per sempre presenti finché vivranno nel cuore di chi resta. Da quel 2 luglio ad oggi il ricordo e l’attenzione non è mai venuto a mancare dalle Istituzioni ai cittadini e ciò rafforza in me la consapevolezza di cosa significhi indossare l’Uniforme e quanto credo c’è nel testo del giuramento. Sono in molti, negli anni, a chiedermi se fossi disposto, tornando indietro, a ripetere quanto fatto, ora più che mai, senza alcun dubbio dico che ne è valsa la pena e con forza ribadisco che c’è necessità di lavorare perché vi sia pace costi quel che costi. Il sacrificio dei nostri Caduti non dovrà spegnere la speranza che tutto ciò possa accadere e spetta a noi continuare quella missione che ci rende fieri ed orgogliosi di essere soldati italiani”.

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