Nella leggenda aurea di San Giorgio il drago rappresentava il male, una bestia orribile che terrorizzava gli uomini rendendoli schiavi. Si narra che per placare il drago gli abitanti di un villaggio dovevano offrirgli 2 pecore al giorno, privandosi di beni essenziali alla loro sopravvivenza. Così il drago depauperava gli abitanti del villaggio, relegandoli ad una vita passata tra paura e povertà. San Giorgio disse agli abitanti che solo la conversione al cristianesimo poteva salvarli, perché solo se si fossero convertiti lui avrebbe potuto, in nome di Cristo, uccidere il drago.
Una leggenda straordinaria che nasconde un significato profondo e quanto mai attuale: l’uomo è chiamato ad elevare se stesso, a sconfiggere la paura con un visione della vita che supera la materialitá. Non è possibile alcuna libertà se si vive inchiodati al suolo, senza una visione verticale dell’esistenza. La conversione consiste nel superamento della condizione meramente animale dell’uomo, dove istinti e soddisfazione dei bisogni biologici sono gli unici obbiettivi raggiungibili tra nascita e morte. L’uomo deve alzare la testa e poter guardare in alto.
Il drago oggi è la finanza speculativa, a cui ogni giorno siamo chiamati a portare i frutti del nostro lavoro. Ma, come la lupa dantesca, la finanza più mangia e più ha fame, finendo per divorare tutto l’esistente. Il simbolo di San Giorgio ci chiama a superare la paura e a ritrovare gli ideali che abbiamo perso, perché siamo stati confinati in un recinto: sono stati i grandi ideali a fare la storia dei popoli, mossi da ideali gli uomini hanno conquistato la libertà e formato ordini sociali ispirati dal principio di giustizia e autentica cooperazione.
Ecco, questa è la conversione più profonda che servirebbe oggi, indispensabile per sconfiggere il “drago”.
Auguri a tutti i Giorgio e Giorgia, auguri a tutti noi italiani.