23 maggio, Giornata della Legalità – L’Italia che non si piega: l’esempio eterno di Falcone e Borsellino

C’è un’Italia che non arretra. Un’Italia che non si piega. Un’Italia che, anche quando tutto sembra perduto, trova la forza di risorgere nei suoi eroi civili. Oggi, 23 maggio, la nostra Nazione ricorda uno dei giorni più bui della Repubblica: la strage di Capaci. Ma non è solo memoria. È un giuramento. È una promessa. È una dichiarazione di guerra – eterna – a ogni forma di mafia, corruzione e connivenza.

Il 23 maggio 1992, sull’autostrada Palermo-Mazara, un’esplosione di cinque quintali di tritolo tolse la vita al giudice Giovanni Falcone, alla moglie Francesca Morvillo e agli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. Solo 57 giorni dopo, un altro boato squarciò via D’Amelio, uccidendo Paolo Borsellino e cinque agenti di scorta.

Due magistrati. Due amici. Due patrioti. Colpiti nel cuore per aver osato sfidare l’intoccabile, spezzare catene secolari, rovesciare equilibri opachi tra criminalità organizzata, politica deviata e poteri collusi.

Falcone e Borsellino non sono stati “eroi solitari”, come qualcuno ha provato a far credere per anni. Erano uomini dello Stato. Di quello Stato che, quando sceglie la via della giustizia e della verità, diventa un baluardo invincibile.

Il loro esempio non appartiene solo alla Sicilia, ma a tutta l’Italia. Alla nostra gioventù. Ai nostri figli. A chi, come loro, sa che la libertà non si eredita: si conquista, si difende, si rinnova ogni giorno. Con la legge. Con l’onestà. Con la fermezza.

La lotta alla mafia non è una bandiera da sventolare a convenienza. È una guerra civile, morale e culturale che chiede coerenza. Che impone scelte nette. Che distingue chi sta con lo Stato da chi flirta con il sistema.

Oggi vediamo migliaia di studenti, cittadini, famiglie ricordare Falcone e Borsellino. È un’Italia che si riconosce nei suoi martiri della legalità, e non nei complici del malaffare.

Oggi il nostro pensiero va alle loro famiglie, ai servitori dello Stato che li hanno accompagnati fino alla fine, a tutti coloro che ogni giorno – in divisa o in toga, nei tribunali o nelle scuole – tengono alta la bandiera della legalità.

In questa giornata di memoria e impegno, le massime cariche dello Stato hanno voluto rendere omaggio al sacrificio di Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e di tutte le vittime della mafia.

La Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha dichiarato: “Il 23 maggio è la Giornata della Legalità, in memoria delle vittime della mafia. Ricordiamo Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, gli agenti della scorta, tutti coloro che hanno sacrificato la vita per difendere i valori della legalità. E con loro, ogni vittima caduta per mano mafiosa. Il loro esempio e il loro ricordo continuano a guidare la nostra azione”.

Il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha sottolineato l’importanza di mantenere viva la memoria di chi ha lottato contro la criminalità organizzata: “Il ricordo di Falcone e Borsellino deve essere un monito costante per tutti noi. La loro dedizione e il loro sacrificio rappresentano un faro nella lotta quotidiana contro ogni forma di illegalità”.

Anche il Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha espresso il proprio pensiero: “In questa giornata, rinnoviamo il nostro impegno nel contrastare le mafie e nel promuovere la cultura della legalità. Il coraggio di Falcone e Borsellino ci ispira a proseguire con determinazione su questa strada”.

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