31° anniversario della strage di Capaci: le Istituzioni rinnovano il loro impegno nella lotta contro le mafie e onorano la memoria degli eroi dello Stato

Nel 31° anniversario della strage di Capaci, il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha deposto questa mattina una corona d’alloro nel Parco intitolato ai Giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, nel quartiere Montagnola a Roma.

31 anni fa sull’autostrada che collega l’aeroporto di Punta Raisi a Palermo, pochi minuti prima delle 18 una carica di tritolo spezza l’asfalto e le vite del magistrato Giovanni Falcone, di sua moglie Francesca Morvillo e i tre agenti della scorta Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani.

31 anni fa la mafia, attraverso la mano di Giovanni Brusca, su ordine del boss di Cosa Nostra Totò Riina, riesce a colpire uno dei più alti simboli della legalità del nostro Paese.

31 anni fa la mafia, pensando di vincere e di uccidere lo Stato, in realtà affossa se stessa.

31 anni dopo, in quello stesso punto in cui l’asfalto esplose, oggi sorge un monumento che ricorda le vittime della strage del 23 maggio 1992.

31 anni dopo, la strage di Capaci non è stata dimenticata, ma è entrata nella storia e nel cuore degli italiani, che ancora adesso non si arrendono alla violenza e alla brutalità delle mafie.

Il 23 maggio ha segnato una crepa profonda all’interno di un Paese che stava vivendo un periodo cupo e violento, fatto di continui attacchi allo Stato ad opera della criminalità organizzata.

Ma la strage di Capaci, così come l’attentato di Via d’Amelio di qualche mese dopo e dei moltissimi altri tragici episodi di quel tempo, ha fatto risvegliare un Paese intero dal suo sopore, anche se nella maniera più crudele, ed è riuscita a unire ancora di più tutti i cittadini nella lotta contro la mafia.

Le immagini che raccontano quell’attentato sono quelle di auto distrutte, di pezzi di asfalto rotto, di effetti personali pieni di sangue di vite innocenti. Un’altra immagine ancora viva e forte negli occhi e nella mente di tutti gli italiani è quella della preghiera della vedova dell’agente della scorta Vito Schifani, che con un misto di commozione, sofferenza, incredulità e rabbia ricorda il marito e le altre vittime, condannando la mafia e richiamando quanti ne fanno parte a “tornare cristiani”.

Quegli anni raccontano un periodo buio, violento, opaco. Un periodo in cui la giustizia avrebbe voluto e dovuto fare il suo corso, ma che invece ha trovato nella violenza e nella forza brutale il suo nemico più accanito.
Ma quella violenza non ha vinto allora e non vince oggi.

Oggi l’Italia intera ricorda tutti coloro che hanno perso la vita in nome dell’amore e del rispetto per lo Stato, perché è attraverso il ricordo che la loro memoria viene onorata e non viene dimenticata. È grazie al loro esempio e il loro sacrificio che lo Stato continua a lavorare in maniera sempre più energica per superare tutte le crisi, anche quelle che appaiono difficili o addirittura impossibili da risolvere.

Nel 31° anniversario della strage di Capaci le istituzioni sono presenti e rinnovano il loro impegno alla lotta alle mafie. Il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni in mattinata ha deposto una corona d’alloro nel Parco intitolato ai Giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, nel quartiere Montagnola a Roma. Alla cerimonia erano presenti il Ministro della Giustizia Nordio, il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Mantovano, il Sottosegretario all’Interno Prisco, il Presidente della Regione Lazio Rocca, il Prefetto di Roma Giannini e il Vicesindaco di Roma Scozzese.

Lo Stato non arretra di fronte alla violenza, di fronte alla forza bruta. Non si arrende alla mafia e diviene un esempio per i cittadini, rimanendo al loro fianco, soprattutto di quelli più bisognosi e più fragili, affinché essi non cadano nella facile tentazione di cedere alla criminalità, pensando possa essere una valida soluzione ad una vita onesta.
Per questo occorre continuare a diffondere la cultura della legalità, insegnando alle persone quei valori di rispetto per la propria comunità e per la propria Patria. Solamente in questo modo sarà possibile sconfiggere per sempre la mafia e la criminalità, che è un male da cui tenersi lontano, in ogni tempo e in ogni circostanza.

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