“Celebrare i primi 70 anni di Eni significa celebrare di fatto anche 70 anni della nostra storia nazionale”, così il Presidente del Consiglio Meloni nel videomessaggio per le celebrazioni dei 70 anni di ENI.
“Nel 1953, anno di nascita dell’Eni, l’Italia era molto diversa da quella di oggi: la guerra era finita da pochi anni, le ferite erano ancora profonde. Eppure gli italiani si erano già rialzati, stavano ricostruendo ponendo le basi di quel miracolo economico che ha reso l’Italia una potenza economica globale. Non è stata una sfida facile. Dobbiamo ricordarlo. Perché in molti non guardavano di buon occhio l’idea che l’Italia potesse diventare una nazione forte, con un sistema industriale altrettanto solido. E l’energia è stata tra le partite più difficili”, prosegue il premier ricordando il periodo del secondo dopoguerra, tanto difficile quanto entusiasmante, essendo di seguito passato alla storia come l’era del boom economico italiano.
Sin da allora, “era fondamentale ridimensionare la nostra dipendenza energetica. Enrico Mattei è stato il primo a capirlo e su questa intuizione ha costruito un’azienda di stato capace di confrontarsi con le grandi aziende petrolifere mondiali e di dettare anche alcune regole al mondo. Nel 1953 Eni è già capace di fornire al triangolo industriale del Nord l’energia di cui ha bisogno. Non più il carbone, ma il metano, di cui è ricca la Pianura Padana. Una fonte nuova che al tempo non si era abituati ad usare”.
Ora come allora, l’Italia riparte dall’energia, che rimane una questione strategica sempre più centrale.
Così come negli anni Sessanta, anche nel 2023 l’Italia deve affrontare un periodo difficile. Infatti, “la guerra in Ucraina ha innescato una crisi da molti punti di vista, anche da quello energetico- ha continuato Meloni- Ma questa crisi sono convinta possa anche diventare un’opportunità, come sempre. E l’opportunità può arrivare dalla nostra posizione geografica e dalla leadership che proprio aziende come Eni hanno saputo costruire. Noi possiamo ambire a diventare l’hub naturale di approvvigionamento energetico per l’intera Europa, e possiamo farlo se usiamo le energie come chiave per costruire con l’Africa e il Mediterraneo allargato un partenariato paritario e vantaggioso per tutti”.
L’energia è uno dei “tasselli di quel Piano Mattei con il quale intendiamo conciliare l’interesse nazionale italiano con il diritto dei nostri partner a conoscere una stagione di sviluppo e di progresso”. Un Piano che intende riportare l’equilibrio nel Mediterraneo, fornendo risposte ad entrambe le sponde, con lo scopo di apportare benefici comuni a tutti gli attori coinvolti.
Ma la questione energetica è cruciale anche per “dare una direzione più giusta e più equa alla transizione ecologica, che per noi deve camminare di pari passo con la sostenibilità sociale ed economica”, ha voluto ribadire il Presidente del Consiglio.
Per fare tutto ciò è necessario ricorrere a tutte le tecnologie, non solo quelle già in uso, ma anche quelle che si stanno sperimentando e quelle che si dovranno scoprire, per trasformare così “l’economia da lineare a circolare”.
Eni, in particolare, sta lavorando sulla grande sfida dell’energia da fusione, con l’obiettivo “di avere così una fonte di energia pulita e illimitata”.
Giorgia Meloni ha concluso ricordando come in questi lunghi anni “Eni è sempre stata un punto di riferimento per l’Italia. Lo è stata nei momenti più difficili, nei momenti più felici. C’è sicuramente ancora tanta strada da fare insieme.”
I primi 70 anni di Eni sono solo uno dei primi traguardi raggiunti, a cui ne seguiranno molti altri.
Nonostante le difficoltà e le incertezze di questo mondo moderno, Giorgia Meloni ha voluto però rassicurare con una certezza, cioè quella per cui “il Governo italiano sarà sempre al vostro fianco, al servizio dell’Italia e del suo interesse nazionale.”