Era stata denunciata circa un mese fa per diffamazione dal “Comitato per gli Immigrati e contro ogni forma di discriminazione”, l’Onorevole Daniela Santanchè “rea” di aver a più riprese affermato durante la trasmissione televisiva “Cartabianca” che: “Il 90% delle donne che arrivano in Italia vanno a fare le puttane sulle strade!”. L’esponente di FDI aveva anche precisato che si riferiva alle donne nigeriane.
Purtroppo però i dati le danno ragione come spiega il responsabile del programma di Fratelli d’Italia, il senatore Giovanbattista Fazzolari.
“Giusto il dato riportato dalla senatrice Daniela Santanchè circa le donne nigeriane che sbarcano in Italia e che finiscono vittime della tratta della prostituzione”. Dice il senatore.
“Dispiace che la presidente del Comitato per gli immigrati e contro ogni forma di discriminazione, Aleksandra Matikj, non conosca questo gravissimo dato e che dedichi il suo tempo invece che a tutelare le donne migranti a fare bassa propaganda politica, arrivando a denunciare la senatrice di Fratelli d’Italia che ha il grande merito di battersi da sempre per i diritti di tutte le donne. Il drammatico dato del 90 per cento delle donne nigeriane, che una volta sbarcate in Italia sono costrette a prostituirsi è riportato da numerose fonti autorevoli. Può giovare a tutti coloro che vogliono occuparsi seriamente della tutela degli immigrati leggere, ad esempio, il documento della Organizzazione internazionale per le migrazioni dell’Onu (OIM) dal titolo ‘La tratta degli esseri umani attraverso la rotta del Mediterraneo centrale’ che riporta testualmente che ‘circa l’80 per cento delle migranti nigeriane arrivate via mare nel 2016 sia probabile vittima di tratta destinata allo sfruttamento sessuale’. E’ purtroppo il silenzio e l’ignoranza di molti di coloro che parlano a sproposito di immigrazione la principale causa della sottovalutazione di fenomeni disumani di tale gravità. La signora Matikj si scusi con la senatrice Santanchè e con Fratelli d’Italia e abbia il coraggio di combattere a viso aperto contro chi sfrutta la fragilità delle donne migranti”.