A destra, checché ne dicano i soloni dell’altra parte, siamo signori, anche se il fair play non viene sempre ricambiato dagli avversari. Giorgia Meloni ha subito telefonato alla neo segretaria del Partito Democratico Elly Schlein, uscita vittoriosa dalle primarie piddine, per congratularsi. Matteo Salvini, dal canto suo, ha espresso apprezzamento per l’affluenza e il coinvolgimento popolare che hanno caratterizzato le primarie dem di domenica scorsa. In effetti, stimolare la partecipazione di un milione circa di votanti è in ogni caso un esercizio di democrazia da rispettare, a maggior ragione in questi tempi nei quali l’astensionismo raggiunge spesso percentuali importanti.
Certo, i 3,5 milioni di elettori che incoronarono Walter Veltroni nelle prime consultazioni interne del Pd, rappresentano oggi uno sbiadito ricordo, e c’è stato, domenica, il singolare voto dei non iscritti al partito, presso i quali ha vinto la Schlein. Un po’ come se si partecipasse e si votasse in un’assemblea di un condominio in cui non si vive e non si detiene neppure la proprietà di un garage. Non è mai sbagliato, comunque, per un partito politico riuscire a mobilitare un certo numero di cittadini. Oltre a questo, c’è indubbiamente l’effetto novità e sorpresa rappresentato dall’affermazione di Elly Schlein, per nulla scontata e prevista, che suggerisce a chiunque faccia politica oggi, tanto a sinistra quanto a destra, di non sentirsi mai “sistemato” e al riparo da cadute improvvise perché la base elettorale del tempo in cui viviamo compie scelte sempre più imprevedibili. Detto tutto ciò, se fossimo al posto dei militanti e dei sostenitori del Pd ci porremmo degli interrogativi dinanzi alla conquista della segreteria da parte della Schlein.
Le recenti elezioni regionali in Lombardia e Lazio hanno sancito l’impopolarità di una opzione centrista distinta da destra e sinistra, tuttavia, queste ultime, se intendono divenire maggioranza nel Paese, devono perlomeno convincere e rassicurare, pur senza snaturarsi, l’elettore non ideologizzato, le partite IVA, il mondo delle piccole e medie imprese. E la neo segretaria dem, con una impostazione radicalmente sbilanciata a sinistra, con il dirigismo integralista pitturato di verde e con tante banalità profuse che rilanciano un modo di fare politica già assaporato e, quindi, già obsoleto, fatto di troppe parole circa un utopico mondo bucolico, quello già vagheggiato dagli antichissimi figli dei fiori, e ben pochi fatti, beh, appare piuttosto inquietante su questo versante. Il Partito Democratico, come è risaputo, si poggia, fin dalla fondazione, essenzialmente su due gambe: quella, un po’ più robusta, rappresentata dagli eredi del Pci-Pds-Ds, e quella, più snella, ma comunque importante per allargare il bacino elettorale, degli ex democristiani della fu Margherita.
Nonostante alcune piccole e medie scissioni, la più significativa quella di Matteo Renzi, numerosi cosiddetti moderati e centristi, fra i quali diversi renziani DOC, soggiornano tuttora al Nazareno. Questa fetta di Pd è ancorata ad una visione cattolica ed avrà qualche difficoltà a convivere con l’uso politico della propria bisessualità da parte della neo segretaria. Chiariamoci, i fidanzati o le fidanzate di Elly Schlein sono affari esclusivamente della giovane leader, alla quale auguriamo di essere felice con chi meglio crede, ma determinati coming out sono voluti e costruiti apposta per mantenere sempre viva una chiara battaglia politica e ideologica, che, in quanto tale, divide le coscienze in maniera inevitabile. Questioni come il rispetto per le varie forme di sessualità o come anche la tutela dell’ambiente, meritano, per carità, una sorta di sensibilità universale, indipendente dai vari schieramenti politici, ma se si pretende di capovolgere la natura, lasciando passare il messaggio per cui la famiglia naturale, quella composta da un uomo, una donna e dei figli, sarebbe solo più un fenomeno arcaico, e si cerca di imporre nuovi dogmi e dirigismi vari, poi, non ci si può aspettare un consenso corale.
Infatti, a poche ore dalla vittoria inaspettata della Schlein, i cattolici del Pd hanno subito iniziato a tirare i remi in barca e un politico di lungo corso come Beppe Fioroni, uno dei fondatori, peraltro, del Partito Democratico, ha già detto bye bye ad un soggetto politico che nel giro di poche ore è passato da una connotazione di centrosinistra ad una di sinistra-sinistra. Si teme che altri cattolici, ex popolari ed ex margheritini, possano seguire l’esempio di Fioroni, mentre rientrano esponenti della sinistra classica come Pierluigi Bersani e Roberto Speranza.
Se Elly Schlein, come sembra, si circonderà solo della sinistra, vecchia e un po’ più recente come quella delle Sardine di Mattia Santori, il cui acume politico non è proprio dei migliori, farà del Pd un partito fatalmente settario e di certo non più in grado di essere quel contenitore di massa a vocazione maggioritaria auspicato dai fondatori nel 2007. Sarà una specie di Liberi e Uguali un tantinello più grande, capace, forse, di recuperare un dialogo con il Movimento 5 Stelle, ma di fatto impossibilitato a farsi comprendere al centro.
Anzi, il nuovo Pd di Elly Schlein rischia di rimpolpare le truppe centriste di Carlo Calenda e di Renzi, i quali, dopo la batosta rimediata alle Regionali, potrebbero assistere a nuovi ingressi in Azione o Italia Viva. Si dirà che l’Italia è molto più avanti di quanto crediamo noi, beceri reazionari di destra, incapaci di capire la nostra Nazione e il resto del mondo. Ebbene, guardiamo cosa succede oltreoceano all’altro Partito Democratico, quello statunitense per capirci. Anche i democrats sono divisi fra una componente, diciamo così, moderata ed una parecchio di sinistra, che non esita a definirsi socialista, termine questo, abbastanza tabù negli Stati Uniti.
La corrente socialista ha avuto soddisfazione da singoli successi personali come quelli del senatore del Vermont Bernie Sanders e di Alexandria Ocasio-Cortez, la più giovane parlamentare della Storia americana, ma finora, quando si è trattato di candidare un democratico allo scranno più alto del Paese, cioè alla Casa Bianca, si è sempre scelto fra quei dem moderati che in Italia definiremmo centristi. Alle ultime primarie democratiche, pur di tenere lontano dallo Studio Ovale il vecchio leone socialista Sanders, si è preferito fare largo a Joe Biden, un signore anziano e ben poco carismatico.
In Occidente, Italia compresa, un partito di sinistra-sinistra che si muove da solo o con alleati molto simili ideologicamente, pertanto senza l’apporto di una pluralità di voci, fatica ad aggregare una maggioranza attorno a sé.
La segreteria di Elly Schlein porterà probabilmente a questo, quindi, Giorgia Meloni può continuare a governare l’Italia in tutta tranquillità, con l’obiettivo minimo di cinque anni di legislatura.