Ad Acerra, in provincia di Napoli, è scoppiato il caso del ‘carro dei carcerati’. Per le celebrazioni del Carnevale, infatti, hanno sfilato per le strade della città per diversi giorni i classici carri allegorici. Uno in particolare, però, ha attirato fin da subito l’attenzione: nella città natale di Pulcinella nessun riferimento alla maschera partenopea famosa in tutto il mondo, ma ha fatto discutere il cosiddetto ‘carro dei carcerati’. Un carro che ricostruiva una casa circondariale su cui campeggiava una statua della Libertà che reggeva un kalashnikov. Al di sotto c’era la ricostruzione di una cella, dentro la quale si trovavano bambini mascherati e ballerine. Al centro, un arcobaleno con la scritta ‘Freedom’. Il carro sarebbe stato allestito grazie alla partecipazione di un tiktoker locale, che sui social sponsorizzava l’evento con canzoni neomelodiche in cui viene raccontata le difficoltà della vita in carcere. Veniva inneggiata, ovviamente, la “presta libertà per i carcerati”. Il tutto celato dietro una presunta richiesta di pace, tradita però dalla raffigurazione del mitra che gli organizzatori, intercettati dal Mattino, sostengono aver trovato lì già prima del loro arrivo… Anche il sindaco della cittadina, Tito D’Errico, è stato intercettato e ha spiegato di essere venuto a conoscenza del carro solo in un secondo momento, malgrado abbia partecipato alle celebrazioni conclusive del Carnevale in città.
La denuncia del circolo locale di FdI: “Scene disgustose”
Tra i primi a lanciare l’allarme sono stati i componenti del circolo locale di Fratelli d’Italia. Abbiamo intercettato Antonio Crimaldi, ex generale della Guardia di Finanza e già assessore alla legalità della provincia di Napoli, che ha spiegato a La Voce del Patriota: “Il sindaco finanzia con affidamento ma dichiara di non sapere nulla: si tratta di un delibera di Giunta comunale con cui è stato assegnato un finanziamento pari a 63mila euro e anche il patrocinio. Uno spettacolo indecente: una statua della Libertà armata di mitra presentato dal capofila, che si è presentato come Sandokan, stesso nomignolo utilizzato dal boss dei Casalesi, il quale ha rivendicato libertà per tutti i carcerati. È inaccettabile il messaggio lanciato ad una città dove le persone perbene, le famiglie e la scuola educano le giovani generazioni ai veri valori della vita, a partire dalla legalità”. Secondo Crimaldi, le rappresentazioni viste ad Acerra seguono “falsi miti, segno di una cultura degenerativa. Ad Acerra, i problemi continuano a essere tanti, dall’assenza di sicurezza all’alto tasso di inquinamento, e l’esempio che viene dato è quello di indurre le nuove generazioni a delinquere. Per fortuna, grazie al Governo Meloni, fenomeni come questo vengono combattuti ogni giorno, grazie ad esempio alla conferma del 41bis, al commissariamento della Terra dei Fuochi o al modello Caivano, che fa scuola in tutta Italia. È indecente che in una città confinante proprio con Caivano, l’amministrazione comunale consenta delle scene simili”. Abbiamo parlato anche con Vincenzo Riemma, coordinatore di Fratelli d’Italia ad Acerra, che ha definito l’accaduto “disgustoso”: “Surreale per i bambini che hanno assistito alla scena ma anche irrispettoso verso coloro che hanno allestito i carri con decoro. Il Comune ha finanziato migliaia di euro per questa iniziativa: è l’esempio concreto di mancette elargite senza avere il controllo della città. Fratelli d’Italia Acerra è contro la camorra, sempre” ha ribadito Riemma. “Le scene che tanti bambini hanno vissuto – ha aggiunto Raffaele Barbato, dirigente provinciale di Fratelli d’Italia – sono poco educative ed inneggiano a modelli criminali da combattere e non da propagandare. Solidarietà ai comitati e a tutte le persone perbene che con tanta passione si sono impegnate affinché fosse un bel carnevale per i bambini di Acerra”.
Pronta interrogazione parlamentare sull’accaduto
In giornata, si è aggiunta alla protesta la voce di Sergio Rastrelli, senatore di Fratelli d’Italia, che ha espresso tramite una nota l’intenzione di richiedere un’interrogazione parlamentare per fare luce sull’accaduto: il carro, secondo Rastrelli, “rappresenta quella sottocultura di assuefazione e condiscendenza a richiami criminali che infesta i nostri territori, ed esige una netta e decisa censura”. Un’interrogazione necessaria per capire “come sia stato possibile che un evento ufficialmente finanziato dal Comune abbia potuto includere un elemento tanto controverso senza alcun controllo e supervisione. Ringrazio il locale coordinamento di Fratelli d’Italia con il suo presidente Vincenzo Riemma per aver denunciato l’accaduto e per aver voluto significare che la lotta contro la camorra e contro ogni tratto di cultura mafiosa – ha concluso – sia elemento irrinunciabile per il riscatto dei territori”.