Adige in secca, per la sinistra è colpa della Meloni: ennesima follia green.

 Le azioni messe in campo dal Governo raccontano un’altra storia

“Presumo lei non voglia dire che io in cinque mesi ho prosciugato l’Adige. Anche questo fa parte dei problemi figli di tutto quello che non è stato fatto o è stato fatto male. Io non sono Mosè, non ho prosciugato l’Adige io”.

Questa la tagliente risposta del premier Meloni all’attacco, andato a vuoto, del leader dei Verdi Angelo Bonelli, che poco prima aveva tirato fuori da sotto il banco due grosse pietre, spiegando che le aveva raccolte lui stesso camminando “nel mezzo del fiume Adige” in secca.

Un’ accusa che intende colpire il Governo sul tema della crisi idrica, a cui si suppone non siano state date risposte sufficienti. Ma tale accusa risulta decisamente debole e non trova alcuna attinenza con la realtà dei fatti, che è ben diversa da quello che alcuni vogliono far credere. L’idea di una destra che non tutela l’ambiente e che si dimentica dell’emergenza ambientale è parte di una narrazione profondamente distorta portata avanti da una sinistra che non riesce più a trovare argomenti su cui attaccare.

Sono le stesse azioni messe in campo dal Governo che possono smentire qualsiasi insinuazione in merito ad una scarsa attenzione nei confronti della tutela e della salvaguardia dell’ambiente e, in questo caso particolare, delle acque.

Tant’è che è stato approvato il D.lgs n.18 del 23 febbraio 2023, con l’obiettivo di disciplinare la qualità delle acque destinate al consumo umano, e il  1° marzo è stato indetto a Palazzo Chigi un tavolo sulla crisi idrica, per affrontare in maniera congiunta ed immediata la crisi idrica. In tale occasione si è convenuto di affrontare la questione idrica a fronte della siccità in corso attraverso l’istituzione di una Cabina di regia tra tutti i ministeri interessati, per definire un piano idrico straordinario nazionale d’intesa con le Regioni e gli Enti territoriali e l’avvio di una campagna di sensibilizzazione sull’uso responsabile dell’acqua. Si è rinvenuta altresì la necessità di dover lavorare ad un provvedimento normativo con semplificazioni e deroghe per accelerare i lavori essenziali per fronteggiare la siccità.

Decisiva, infine, la volontà di individuare un Commissario straordinario, che resterà in carica fino al 31 dicembre, che si dovrà avvalere di procedure celeri per affrontare la crisi idrica, sebbene, senza false speranze “non farà miracoli”.

Infatti, come ribadito anche dal Ministro per la Protezione Civile e le Politiche del Mare, Nello Musumeci durante un’intervista a RaiRadio1,  “il problema è che negli ultimi 10 anni è mancata una programmazione infrastrutturale e oggi si deve recuperare il terreno perduto”.

Una sfida, quella della siccità e dell’emergenza idrica, che il Governo intende affrontare nella maniera più seria possibile, dovendo insistervi ancora di più anche a fronte della disastrosa situazione lasciata dai precedenti governi.

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