Agricoltura. De Carlo (FdI): Acqua, gestione e utilizzo sotto una nuova visione

Si è tenuta questa mattina – giovedì 5 giugno – alla centralina di pompaggio di Croce del Gallo in comune di Cornuda (Treviso) l’inaugurazione delle opere e degli interventi di trasformazione irrigua, da sistema a scorrimento ad impianto a pressione, nei comuni di Crocetta, Montebelluna, Istrana, Paese, Quinto di Treviso, Arcade e Nervesa, finanziati dal Programma Nazionale di Sviluppo Rurale 2014-2020. A salutare le nuove opere, anche il senatore di Fratelli d’Italia Luca De Carlo, presidente della IX Commissione Senato – Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare: “Quando si è insediato il Governo Meloni, non c’era una strategia sull’acqua e sulle risorse idriche, nonostante fosse ben noto il fatto che la siccità sia un fenomeno ciclico, pronto a ripresentarsi ogni cinque anni. Non solo: da sindaco per quindi anni sulla vera “linea del Piave”, da Calalzo di Cadore, ho potuto verificare ogni anno il tema dello squilibrio tra acqua a monte e acqua a valle. Se l’acqua è bene comune, deve essere comune a tutti: montagna, pianura, agricoltura, energia… Come prima azione abbiamo attivato una cabina di regia, e per rimarcare il ruolo strategico del Veneto nella partita acqua abbiamo messo alla guida un grande tecnico veneto, il dottor Nicola Dell’Acqua; abbiamo chiesto alle Regioni cosa potesse servire e da lì abbiamo lavorato. Siamo riusciti a organizzare meglio l’utilizzo dei fondi PNRR, cercando di investire su ciò che serve realmente. Un cambio di rotta che si è fatto sentire anche in Europa, dove dopo cinque anni in cui l’agricoltore era bravo se non produceva, ora finalmente si parla di “produrre di più e meglio”, di “sovranità alimentare”, di tutela di chi lavora e produce. Dobbiamo e vogliamo affrontare i cambiamenti climatici? Dobbiamo capire con quali strumenti intendiamo confrontarci, ottimizzare le risorse, ragionare sull’utilizzo idrico, lavorare su colture e piante, pronti a ragionare sulle esigenze di un mondo nuovo, di una visione nuova che vede ad esempio nelle Tecniche di Evoluzione Assistita una risposta ideale che coniuga la produzione a un consumo ridotto d’acqua e agrofarmaci. L’obbiettivo deve essere quello di avere un’agricoltura efficiente ed efficace, ma non lo si ottiene dalla sera alla mattina: servono risorse – 245 milioni di euro negli ultimi 7 anni ai consorzi di bonifica del Veneto -, serve crederci, serve innovazione, ma soprattutto serve pazienza. Abbiamo istituito la cabina di regia, sappiamo di poter contare sui consorzi irrigui, servono progetti innovativi e risorse, che si possono anche trovare in Europa visto che si coniugherebbero sostenibilità sociale ed economica a quella ambientale e al contrasto ai cambiamenti climatici. La media europea del trattenimento dell’acqua è del 25%, quella italiana è l’11%, quella veneta non arriva al 4%: prima dovevamo farla correre verso il mare, oggi non è più così e dobbiamo cambiare mentalità. In Italia servirebbero 10.000 bacini, ma nessuno ne vuole uno nel proprio territorio: se la visione è quella di un obbiettivo comune e della gestione di un bene comune, dobbiamo tutti essere disponibili a impegnarci per la comunità. In montagna sono già presenti, ma bacini di contenimento servono lungo tutta l’asta del Piave. C’è poi da risolvere la questione interramento: siamo passati da 45 a 25 milioni di metri cubi disponibili. Vanno sghiaiati, con i lunghi tempi di queste operazioni, e ne vanno realizzati di nuovi, anche per continuare quella storia e tradizione di produzione agroalimentare d’eccellenza che ci contraddistingue nel mondo”.

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