Agricoltura, De Carlo (FdI): nuove misure anti-crisi dell’Unione Europea inadeguate. Senza altri interventi sparirà un’azienda su 10

Il senatore e responsabile nazionale del Dipartimento Agricoltura di Fratelli d’Italia, Luca De Carlo, boccia senza appello le misure proposte dall’Unione Europea per frenare la crisi del settore agricolo a seguito della guerra in Ucraina considerandole inadeguate. “Le imprese agricole italiane si trovano ad affrontare maggiori costi stimati in 9 miliardi di euro, e la risposta europea è di 48 milioni di euro, che possono arrivare a 150-200 milioni con il finanziamento nazionale? Non ci siamo proprio, è evidente che non si capisce il dramma che si sta attraversando”, commenta De Carlo. “Secondo il Centro di Ricerca Agricoltura e Ambiente, chiuderà un’azienda agricola su 10, una su quattro se ci limitiamo a quelle suinicole o cerealicole. È evidente che di fronte a questi numeri questo provvedimento è totalmente insufficiente, visti anche i tetti massimi stabiliti per i contributi alla singola azienda”.
Ogni azienda agricola potrebbe infatti ricevere come aiuto al massimo 35mila euro, a fronte dei costi schizzati alle stelle di mangimi, fertilizzanti, carburanti ed energia; un dramma che si aggiunge alla “beffa” arrivata in questi giorni dalla Francia: “Appena al di là delle Alpi hanno istituito un aiuto economico, un “bonus gasolio”, di 35 centesimi di euro al litro di gasolio per la pesca fino a fine luglio, inoltre hanno approvato un contributo di 60 euro per ogni tonnellata di mangime acquistato. La crisi è adesso, e non possiamo chiedere alle imprese agricole di restare ferme ad aspettare: c’è chi non può più permettersi di mantenere le proprie bestie, c’è chi tra energia e costi vari ci rimetterebbe solamente dal seminare e preparare i campi. Serve un sostegno vero, immediato e pesantemente concreto al settore, sia da parte dell’Unione Europea, che non può mettere una cifra così bassa per una delle sue principali economie, che dal Governo, che deve dimostrare di credere veramente alla ripresa economica, al lavoro e all’occupazione”.

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