“Serve un intervento urgente per contenere la diffusione della Lumpy Skin Disease (LSD), nota anche come dermatite nodulare contagiosa bovina, e per sostenere concretamente le imprese zootecniche italiane colpite o a rischio”. Lo dichiara la senatrice Maria Nocco (FdI) che ha presentato un’interrogazione ai Ministri della Salute e dell’Agricoltura e ha annunciato la presentazione di un emendamento al Decreto Economico-Omnibus, attualmente in discussione a Palazzo Madama, per stanziare fondi destinati alle misure di contrasto alla malattia e a favore delle aziende coinvolte.
“La Lumpy Skin Disease – spiega la senatrice – è una patologia virale che colpisce bovini e bufali, non trasmissibile all’uomo ma capace di mettere in ginocchio interi allevamenti. La sua diffusione è facilitata da insetti vettori come zanzare e mosche, rendendo poco efficace una strategia fondata solo sull’abbattimento. Serve una risposta strutturata che punti sulla prevenzione, a cominciare da una campagna vaccinale tempestiva, massiccia e capillare”.
Dopo i focolai registrati in Sardegna e il caso confermato a Porto Mantovano, in Lombardia, la preoccupazione tra gli allevatori è crescente. “Il Ministero della Salute sta predisponendo il piano vaccinale e la Regione Sardegna è in attesa di 300mila dosi – sottolinea Nocco (FdI) – ma è fondamentale affiancare queste azioni con risorse dedicate. Per questo nel Dl Economico-Omnibus chiederò un impegno finanziario concreto per sostenere le aziende costrette a misure di contenimento o che vorranno attivarsi in prevenzione, ad esempio stipulando polizze assicurative”.
Nell’interrogazione depositata, Nocco sollecita anche l’avvio di un confronto con le compagnie assicurative per estendere la copertura delle polizze alle patologie esotiche oggi escluse, come la Lsd, e l’adozione di maggiori controlli sulle importazioni da Paesi Terzi. “Dobbiamo attrezzarci meglio per intercettare in tempo i rischi sanitari che arrivano dall’esterno – conclude la senatrice – e difendere un comparto strategico come la zootecnia, fondamentale per la nostra sovranità alimentare e la tenuta economica delle aree interne”.