“Il tema della sicurezza alimentare è al centro del dibattito internazionale poiché siamo ancora lontani dal raggiungimento dell’obiettivo fame zero e stiamo assistendo ad un aggravamento delle condizioni di insicurezza in molti Paesi quale conseguenza dei conflitti in atto in diverse regioni del mondo e, da ultimo, della guerra di aggressione russa verso l’Ucraina”.
Queste le prime dichiarazioni del sottosegretario al Masaf, senatore Patrizio La Pietra, nel corso del suo intervento alla FAO, a Roma, in occasione della Conferenza mondiale sulla meccanizzazione sostenibile in agricoltura (Global Conference on Sustainable Agricultural Mechanization (GAMC)), sul tema “efficienza, inclusione e resilienza”.
“Dobbiamo coniugare sostenibilità e produttività agricola – ha proseguito il sottosegretario La Pietra – e la meccanizzazione in agricoltura sicuramente potrà svolgere un ruolo chiave nella diminuzione dell’impatto ambientale. Nuove tecnologie, digitalizzazione, agricoltura di precisione e l’introduzione di macchinari innovativi e più performanti in termini di consumi, favoriranno la riduzione delle emissioni e contribuiranno anche al contrasto dello sfruttamento dei lavoratori”.
Il sottosegretario La Pietra ha chiuso il suo intervento delineando il ruolo dell’industria italiana nella produzione e sviluppo di macchine agricole:“L’Italia può contare su una produzione nazionale di macchine per l’agricoltura che nel 2022 ha raggiunto un export per un valore complessivo di 7,3 miliardi di euro, in aumento del 16,7% rispetto al 2021. L’industria italiana ha una gamma diversificata di prodotti, in quanto i produttori nazionali realizzano macchinari adatti a qualsiasi tipo di territorio, proprio per adattarsi alle diverse esigenze e varietà dei sistemi agricoli del Paese. In ambito internazionale, l’Italia vuole dare il proprio contributo alle agricolture meno sviluppate, ma che hanno delle potenzialità di crescita anche attraverso il ricorso alla meccanizzazione sostenibile, con un’attenzione a ciò che è potenzialmente adattabile al contesto e alle esigenze di piccoli agricoltori nei Paesi in via di sviluppo”.