“E’ stata rivelatoria l’audizione che si è tenuta presso la Commissione di inchiesta parlamentare sugli eventi alluvionali e sismici dal 2019 ad oggi. Il Commissario alla ricostruzione Curcio ha oggi ha messo in luce un dato allarmante: l’assenza di interventi concreti e strutturali per la riduzione del rischio idrogeologico, soprattutto da parte delle Regioni Emilia-Romagna e Toscana. È emerso chiaramente che non è mai esistito un piano specifico né una visione strategica per la gestione del territorio, che oggi si tenta di costruire con enorme fatica e colpevole ritardo. Non esiste un piano di competenza del territorio sul rischio idraulico e l’autorità di distretto deve ancora produrlo. Siamo tutti in attesa perché su questo piano si programmano i lavori! Curcio ha confermato anche come la mancata pulizia dei fiumi, l’assenza di manutenzione degli argini e l’elevata cementificazione del suolo siano concause evidenti dell’aggravarsi degli eventi alluvionali che hanno colpito il Paese tra il 2023 e il 2024. In questo contesto si inserisce anche il tardivo riferimento alle tre casse di espansione da parte del Presidente De Pascale, che oggi sembrano una risposta affrettata e inadeguata. La Regione Emilia-Romagna, da sempre governata dal Partito Democratico, è indicata da tutti i rapporti ufficiali come una delle aree a maggiore rischio idrogeologico, fino al 60% del territorio. Era dovere della Giunta regionale intervenire per tempo, riconoscere la criticità e agire subito per mettere in sicurezza il territorio e tutelare la popolazione che ha subito troppe perdite”. Lo dice Beatriz Colombo, deputato romagnolo e capogruppo di Fratelli d’Italia nella Commissione di inchiesta sul rischio Idrogeologico e sismico.