“La responsabilità penale è personale per il singolo cittadino, ma la responsabilità personale di un ministro quando agisce nella pienezza del suo mandato è sempre politica. È di tutta evidenza che il rinvio a giudizio dei due ministri Nordio e Piantedosi e del sottosegretario di Stato Mantovano, ai quali va la mia piena solidarietà, dimostra un accanimento contro componenti di primissimo piano del governo che agirebbero in totale autonomia rispetto al presidente del Consiglio. Il che è un ‘non sense’ sia giuridico che politico. Nessun ministro agirebbe in totale autonomia rispetto al presidente del Consiglio ma in concordanza di intendimenti e atti tra loro e tutti a dispetto del premier. Ma in che mondo vivono questi geni che appartengono all’ordine dei magistrati? Evidentemente pensano che anche il consiglio dei ministri sia diviso in correnti come per la magistratura? L’archiviazione del presidente Meloni dimostra solo la malafede di certi inquirenti che vogliono da una parte scaricarsi la responsabilità di uno scontro totale con un altro potere dello Stato, e dall’altra delegittimare la collegialità delle azioni prese dai ministri. Sulla scorta di quanto vergognosamente accadde tra Conte e Salvini. Riesumando uno slogan dei giovani calabresi antimafia che scrivevano: “E adesso ammazzateci tutti”, potremmo oggi dire: “E adesso processateci tutti”, perché siamo tutti consapevolmente colpevoli delle scelte di questo governo e le porteremo fino in fondo”.
E’ quanto dichiara il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia.