Sono Karolina Chernoivan, Elia Milani, Alfredo Bosco, Luca Steinmann e Salvatore Garzillo, con una menzione alla carriera conferita alla memoria per Franco Di Mare, storico inviato Rai recentemente scomparso, i vincitori della prima edizione del premio giornalistico dedicato al reporter di guerra Almerigo Grilz. Li ha scelti una giuria presieduta da Toni Capuozzo e composta da Maurizio Belpietro, Fausto Biloslavo, Giovanna Botteri, Gian Marco Chiocci, Peter Gomez, Mauro Mazza, Gian Micalessin, Gabriele Micalizzi, Alessandro Sallusti, Francesco Semprini e Gabriella Simoni.
Il riconoscimento, fortemente voluto dall’associazione “Amici di Almerigo”, ricorda la figura del reporter triestino trentaquattrenne ucciso il 19 maggio 1987 mentre, telecamera alla mano, documentava scontri tra le fazioni in lotta in Mozambico. “Precursore della multimedialità in aree di crisi”, Almerigo Grilz “ci ha insegnato che coraggio, voglia di conoscenza e determinazione rappresentano il viatico indispensabile per chi voglia misurarsi nel campo del giornalismo di guerra. Questo Premio – si legge nel sito internet dedicato – vuole onorare la sua memoria, attualizzando la sua testimonianza e il suo insegnamento, ma anche promuovendo un giornalismo libero, coraggioso, immerso nell’azione e lontano dai condizionamenti politici e commerciali”. E proprio per questo è riservato ai “giovani che, con coraggio e dedizione, desiderano raccontare il mondo in presa diretta”.
Nel corso della cerimonia di premiazione, che si è svolta al Teatro dell’Arte della Triennale a Milano nella serata di lunedì 20 maggio, sono state raccontate le storie e i percorsi professionali dei giovani vincitori, tutti al di sotto dei 40 anni.
Accompagnato dalla mostra fotografica “Gli occhi della guerra”, che propone scatti commentati tratti dai reportage che Almerigo, insieme ai suoi amici e colleghi dell’Agenzia Albatross, ha realizzato sui fronti di guerra di tutto il mondo, il Premio Grilz riconsegna giustamente alla memoria collettiva la figura immensamente coraggiosa e libera di un giornalista troppo a lungo custodita quasi solo da colleghi ed amici che hanno condiviso la sua passione e le sue idee. Da oggi, finalmente, Almerigo – Ruga per gli amici – è ancora di più un modello a cui ispirarsi. In primis per i giovani giornalisti che, suole sul terreno, entrano nelle notizie per cercare storie e raccontare fatti, ma anche per tutti coloro che, nel loro quotidiano, si impegnano con coerenza in difesa della verità.