Ancora una volta, la sinistra bresciana non perde occasione per strumentalizzare ideologicamente anche la memoria di una vittima. L’approvazione da parte del Consiglio provinciale della mozione per l’intitolazione di un luogo pubblico a Sergio Ramelli, ucciso a soli 18 anni per le sue idee, avrebbe dovuto unire nel nome della condanna alla violenza politica. Invece, c’è chi ha scelto la polemica pretestuosa e la faziosità. Sergio Ramelli è stato vittima dell’odio, non un simbolo di parte. Ricordarlo oggi significa ribadire che nessuno, mai, deve morire per ciò in cui crede. È un messaggio che riguarda tutti e che rafforza le basi della nostra democrazia. È esattamente il senso delle parole pronunciate dalla Presidente Giorgia Meloni: ‘Ai ragazzi che hanno l’età di Sergio voglio dire: non fatevi ingannare da falsi profeti e cattivi maestri. Coltivate la libertà, inseguite la bellezza e difendete le vostre idee con forza e amore, come faceva Sergio’. Ringrazio di cuore il consigliere provinciale Tommaso Brognoli, che con convinzione e determinazione ha portato avanti questa mozione, dimostrando che il coraggio della verità può ancora trovare spazio nelle istituzioni. Chi oggi si oppone a questa intitolazione dimostra di non aver fatto pace con la storia. Ma noi sì: e continueremo a difendere ogni verità negata, ogni memoria calpestata, ogni vittima dimenticata”.
Lo dichiara il deputato bresciano di Fratelli d’Italia Cristina Almici.